GLI ERRORI DA NON RIPETERE
di o fatto il mio tempo»: probabilmente sta in queste sue parole la spiegazione più sincera delle dimissioni di Gigi Spagnolli. Che ci abbia provato a mettere in piedi una qualche maggioranza è fuor di dubbio. Ma, appunto, si sarebbe trattato di una «qualche» maggioranza, dai confini e dai contenuti assolutamente incerti: roba per tirare a campare, non quella che serve a Bolzano. Probabilmente il problema era a monte. Forse due legislature bastano e avanzano per chiunque. Ma ormai è fatta. A ben guardare era apparsa da subito impresa impossibile sperare di rimettere in piedi i cocci di un centrosinistra come quello che aveva governato Bolzano in passato dopo averlo smaccatamente sconfessato in campagna elettorale. La pietra dello scandalo — anzi il macigno — è stato il progetto Benko. Sul quale si può pensarla come si vuole, ma certo ha mandato in frantumi i rapporti sia politici sia umani. L’ultimo atto di Spagnolli sindaco è stato però proprio rilanciare il progetto Benko convocando i tecnici della commissione per una nuova valutazione. Era davvero necessario forzare le cose spianando la strada al futuro commissario che governerà la città? Quale logica c’è dietro una decisione che spacca ancor più il nostro già frammentatissimo mondo politico? Quale senso ha un gesto da muoia Sansone con tutti i filistei? Le spiegazioni fornite dall’ormai ex primo cittadino nel suo lungo messaggio via internet non appaiono convincenti: che lui credesse nella bontà del progetto lo avevano capito anche i sassi. Serve però a poco distribuire colpe e responsabilità. O fare un bilancio dei dieci anni di Bolzano a guida Spagnolli. Potrebbe servire unicamente — se la città e i tanti, troppi nostri partiti e partitini saranno in grado di farlo — a non commettere in futuro gli stessi errori. Insomma, se il bruttissimo passato insegnerà qualcosa. Adesso cosa ci aspetta? Essere governati da ciò che resta di questa traballante giunta, o più probabilmente, una gestione commissariale: le due esperienze analoghe — la prima con Giovanni Salghetti — furono decisamente positive. Poi toccherà nuovamente ai cittadini dire la loro. Il problema è capire se avranno a disposizione un’offerta politica all’altezza dell’attuale grave emergenza. Non si può che prevedere una nuova ondata di astensionismo accompagnata dai successi dei contrapposti populismi di chi la spara più grossa. Il tutto con un mondo partitico che appare alle corde, a partire da Pd e Svp. I bolzanini si meritano un simile panorama?