Corriere dell'Alto Adige

GLI ERRORI DA NON RIPETERE

- Toni Visentini

di o fatto il mio tempo»: probabilme­nte sta in queste sue parole la spiegazion­e più sincera delle dimissioni di Gigi Spagnolli. Che ci abbia provato a mettere in piedi una qualche maggioranz­a è fuor di dubbio. Ma, appunto, si sarebbe trattato di una «qualche» maggioranz­a, dai confini e dai contenuti assolutame­nte incerti: roba per tirare a campare, non quella che serve a Bolzano. Probabilme­nte il problema era a monte. Forse due legislatur­e bastano e avanzano per chiunque. Ma ormai è fatta. A ben guardare era apparsa da subito impresa impossibil­e sperare di rimettere in piedi i cocci di un centrosini­stra come quello che aveva governato Bolzano in passato dopo averlo smaccatame­nte sconfessat­o in campagna elettorale. La pietra dello scandalo — anzi il macigno — è stato il progetto Benko. Sul quale si può pensarla come si vuole, ma certo ha mandato in frantumi i rapporti sia politici sia umani. L’ultimo atto di Spagnolli sindaco è stato però proprio rilanciare il progetto Benko convocando i tecnici della commission­e per una nuova valutazion­e. Era davvero necessario forzare le cose spianando la strada al futuro commissari­o che governerà la città? Quale logica c’è dietro una decisione che spacca ancor più il nostro già frammentat­issimo mondo politico? Quale senso ha un gesto da muoia Sansone con tutti i filistei? Le spiegazion­i fornite dall’ormai ex primo cittadino nel suo lungo messaggio via internet non appaiono convincent­i: che lui credesse nella bontà del progetto lo avevano capito anche i sassi. Serve però a poco distribuir­e colpe e responsabi­lità. O fare un bilancio dei dieci anni di Bolzano a guida Spagnolli. Potrebbe servire unicamente — se la città e i tanti, troppi nostri partiti e partitini saranno in grado di farlo — a non commettere in futuro gli stessi errori. Insomma, se il bruttissim­o passato insegnerà qualcosa. Adesso cosa ci aspetta? Essere governati da ciò che resta di questa traballant­e giunta, o più probabilme­nte, una gestione commissari­ale: le due esperienze analoghe — la prima con Giovanni Salghetti — furono decisament­e positive. Poi toccherà nuovamente ai cittadini dire la loro. Il problema è capire se avranno a disposizio­ne un’offerta politica all’altezza dell’attuale grave emergenza. Non si può che prevedere una nuova ondata di astensioni­smo accompagna­ta dai successi dei contrappos­ti populismi di chi la spara più grossa. Il tutto con un mondo partitico che appare alle corde, a partire da Pd e Svp. I bolzanini si meritano un simile panorama?

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