Senato, il premier delude Kompatscher e Rossi
Riforma costituzionale bocciata da Kompatscher e Rossi: «Non ha nessun potere»
«Il nuovo Senato? Non ci piace». I presidenti Arno Kompatscher e Ugo Rossi hanno bocciato alcuni dei punti nodali della riforma costituzionale che è in discussione a Roma, durante un incontro alla Lub sull’autonomia.
BOLZANO Il nuovo Senato? Non ci piace. Relatori ad un corso di formazione per giornalisti sul futuro dell’autonomia svoltosi alla Lub, i presidenti Arno Kompatscher e Ugo Rossi hanno bocciato alcuni dei punti nodali della riforma costituzionale che è in discussione a Roma. Dato per assodato che la Regione esprimerà 4 senatori (due sindaci e due consiglieri provinciali), il problema non è tanto la questione dell’elettività ma i poteri, assenti, della camera «alta». La «lezione» poi ha confermato il clima di «generale» sintonia tra i due governatori anche su temi spinosi come il futuro della Regione.
Dopo i brevi interventi del segretario del sindacato giornalisti Stefan Wallisch e del presidente della Lub, Konrad Bergmeister , i due presidenti hanno risposto alle domande dei giornalisti Rai, Wolfgang Mair e Lucio Giudiceandrea.
Di Matteo Renzi si è parlato a lungo, visto che ora i rapporti appaiono quasi idilliaci, mentre il debutto fu con un libro in cui tra mille altre cose il premier si augurava il superamento delle autonomie speciali. «Quando uscì il libro — ricorda Ugo Rossi, il quale rivelerà più tardi con un certo orgoglio che il premier ha affibbiato ai due governatori l’appellativo di “furbacchioni” — fui tra i primi ad andare a vedere cosa diceva delle autonomie. E quando trovai la frase lo dissi pubblicamente. Questo lo ricordo perché nel frattempo sono cambiate molte cose, con Renzi abbiamo instaurato un buon rapporto. Ma è evidente che è in atto un processo contrario alle autonomie. E in n un epoca in cui si devono tenere i conti in ordine, il centralismo viene visto come un male necessario».
«Con la riforma costituzionale — ha osservato Kompatscher — l’Italia sta facendo passi indietro, anche se non è mai stata un Paese federalista. La cosa che mi ha sorpreso è che sono state le stesse Regioni a non avere protestato più di tanto. Quando io e Renzi ci siamo conosciuti ho avuto occasione di spiegargli alcune cose sulla nostra autonomia. Devo dire che negli ultimi tempi Renzi ha mostrato grande rispetto per noi». I due governatori sembrano avere visioni simili per quanto riguarda il futuro della Regione. «Dobbiamo uscire dalla logica — ha affermato Rossi, accomodante — che quanta più Regione resterà più saranno i trentini a vincerei. La Regione dovrà sentire come ente di garanzia delricomparsa». l’autonomia con poche competenze e servirà per proporci assieme a Roma e in Europa».
Quanto alla riforma costituzionale del ministro Boschi, i governatori hanno ricordato che «due volte la clausola di salvaguardia era sparita dal testo e due volte abbiamo chiamato Renzi e il giorno dopo è Rispetto ai poteri del Senato i governatori hanno ricordato che è stato tolto il potere di interdizione per quanto riguarda le leggi che riguardano i territori.
«La prossima settimana sarà una settimana di trattative serrate — aggiunge Franco Panizza, senatore del Patt — e già lunedì Zeller parteciperà ai primi confronti con il governo. Verosimilmente saranno coinvolti anche i due governatori». Il punto che maggiormente preoccupa Panizza è «la difficoltà a immaginare quali saranno gli spazi di trattativa per le autonomie speciali in uno scenario costituzionale totalmente diverso». Gli emendamenti più importanti del gruppo per le autonomie riguardano la riduzione del potere sostitutivo dello Stato, il rafforzamento del principio dell’intesa, la possibilità di attribuzione di ulteriori competenze, ambiente in primis, ma anche previdenza integrativa.