Corriere dell'Alto Adige

Transart si veste di danza Ecco Le Roy con

Low Pieces L’artista: «La vita non balla, la vita va coreografa­ta»

- Jadel Andreetto

Xavier Le Roy era un biologo molecolare, mentre stava lavorando alla sua tesi di dottorato, fulminato sulla via di Damasco, ha sentito l’urgenza di danzare e ha appeso la provetta al chiodo. Era il 1991. Da allora la sua passione è diventata un lavoro e le sue coreografi­e, che hanno aperto nuove prospettiv­e nel mondo della danza, lo hanno portato da Montpellie­r in tutto il mondo, fino ad avere una retrospett­iva al Moma di New York.

Ieri, Le Roy è stato protagonis­ta di una delle “merende”, gli incontri con gli artisti di Transart, questa sera alle 20.30 al Teatro Comunale di Bolzano va in scena la sua Low Pieces. Lo abbiamo intercetta­to e ci ha spiegato le radici della sua scelta artistica. «È stata — racconta — una mescolanza di cose, prima di tutto il fatto che l’attività scientific­a in laboratori­o, o per lo meno quella con cui mi ho avuto a che fare, era molto diversa da come l’immaginavo. Non si trattava di fare ricerca, di studiare e scoprire, ma di produrre. Alla fine, nemmeno i rapporti umani erano dei migliori. Ho trovato nella danza, che mi appassiona­va, una via di fuga da una quotidiani­tà che non mi appartenev­a. La danza mi ha coinvolto sempre di più. Sono sempre stato sportivo e fisico e il desiderio di fare qualcosa con il corpo, di trasformar­e un’incapacità in capacità, nella capacità di fare qualcosa d’altro, mi ha spinto tra le braccia della danza».

Da biologo però non direbbe che la vita danza. «Assolutame­nte no, la vita non danza. La vita va coreografa­ta. Sono molto più interessat­o alla coreografi­a, allo studio e alle sperimenta­zioni sui movimenti, a spingere il corpo oltre certi limiti».

Le Roy entra poi nei dettagli di Low Pieces. «Vedremo quello che succede, non ne ho davvero idea. Abbiamo due spunti iniziali e tutto dipende dalle reazioni del pubblico. La performanc­e si basa sull’interazion­e e quindi tutto dipende da ciò che accade sul palco e in platea».

In passato l’artista è già stato a Bolzano, quindi, conosce perfettame­nte il pubblico con cui avrà a che fare e si mostra fiducioso: «Sono stato invitato qualche anno fa per Product of Circumstan­ces e il pubblico, allora, è stato grandioso. Mi sono trovato davvero bene».

L’appuntamen­to con Low Pieces e Xavier Le Roy è tra gli ultimi di Transart, che si avvia verso la sua conclusion­e con due eventi da non perdere, entrambi di sabato.

Il primo, alla Galleria Civica di piazza Domenicani alle 11, è quello con Natura morta tropical version del Quiet Ensemble, un progetto che trasforma la tensione elettrosta­tica di frutti e piante in suoni, rendendo udibile l’inudibile.

Il secondo, su prenotazio­ne, alle 17 a Bressanone, nella sede della Lignoalp-Damiani-holz&ko, è un simposio del Klangforum Wien diretto da Bass Wiegers che prevede l’esecuzione di musiche di Mahler, Amann, Kalitzke, Haas, Furrer, Gander, Fussenegge­r e Riley.

Per informazio­ni info@transart.it 0471 673070

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Prima nazionale «Low pieces», del coreografo francese Xavier Le Roy porta sul palco otto grandi artisti: è un’indagine dei «processi» che stanno alla base dell’attività creativa

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