«Blocco stipendi, persi 167 milioni»
Dipendenti pubblici, l’Ipl monitora l’inflazione. I sindacati: le trattative vanno riaperte
L’Istituto per la promozione lavoratori analizza gli effetti del blocco degli stipendi.
Per adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici all’inflazione servono 167 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni a Bolzano il costo della vita è aumentato del 10,6 per cento ma i salari sono rimasti fermi. Ora però la contrattazione riparte: Provincia autonoma, Comuni e società pubbliche, il conto finale rischia di essere salato. I sindacati: riaprire la trattativa.
BOLZANO Per adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici all’inflazione servono 167 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni a Bolzano il costo della vita è aumentato del 10,6% ma i salari sono rimasti fermi. Ora però la contrattazione riparte: Provincia, Comuni e società pubbliche rischia di essere salato. I sindacati non sembrano intenzionati a chiedere tutto ma chiedono con forza che la Provincia
L’Istituto per la promozione dei lavoratori ha analizzato gli effetti della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco degli stipendi. Con una lettera unitaria del 14 luglio i sindacati hanno chiesto di riaprire la contrattazione, l’Ipl si è messo a fare i conti. Il risultato è una stangata da 167 milioni di euro per gli enti pubblici altoatesini che danno lavoro a 35.600 persone. Il grosso ovviamente è a carico della Provincia che conta anche il maggior numero di dipendenti. Il costo del personale attuale si aggira intorno ai 944 milioni di euro per 12.191 dipendenti, se dovesse essere adeguato all’inflazione si sforerebbe quota 1 miliardo. Secondo l’Istituto di promozione dei lavoratori infatti tra il 2010 ed il 2015 a Bolzano il costo della vita è aumentato del 10,6%. Dunque per adeguare i salari di provinciali e insegnanti la giunta dovrebbe tirare fuori dal cilindro oltre 100 milioni.
Per i Comuni, che contano 4.544 dipendenti con un costo complessivo di 236 milioni, l’adeguamento sarebbe di 26 milioni. Mentre per gli 8.855 dipendenti dell’Azienda sanitaria l’aumento complessivo sarebbe di 33 milioni con il costo del personale che passerebbe da 317 a 351 milioni di euro. Adeguare gli stipendi dei 223 dipendenti Ipes invece verrebbe a costare circa 1 milione di euro con il costo del personale che passerebbe da 10,4 milioni a 11,5. Decisamente più contenuti gli aumenti per il personale delle Aziende di soggiorno e del consiglio provinciale che contano rispettivamente 39 e 69 dipendenti: in tutto si parla di circa 500mila euro di cui 300mila per il Consiglio provinciale e 194mila per l’Aziende di soggiorno.
Ora la parola passa alla trattativa che i sindacati hanno già chiesto di riaprire. Una richiesta che la Provincia non potrà eludere.
«Aspettiamo di vedere quante risorse verranno stanziate per la contrattazione con il bilancio. Una cosa è certa — dice il segretario della Uil Toni Serafini — in cinque anni di blocco della contrattazione il costo della vita non è rimasto fermo ma è cresciuto. E non di poco».
L’assessora al Personale Waltraud Deeg assicura che la trattativa con i sindacati riprenderà a breve ma avverte che la sentenza non avrà effetti retroattivi. «Stanzieremo una cifra per i contratti ma non sarà quella ipotizzata dall’Ipl. L’adeguamento ci sarà per il futuro ma non per il passato» mette in chiaro l’assessora.