VANDANA SHIVA «BIODIVERSITÀ COME SVILUPPO»
Vanadana Shiva all’Eurac: «La nuova agricoltura produce rispettando la biodiversità»
«La nuova agricoltura produce rispettando la biodiversità». È uno dei passaggi dell’indiano Vandana Shiva, ospite dell’Eurac per la Giornata della cooperazione allo sviluppo. Tanti racconti su «un mondo che cambia e che deve rimanere solidale».
BOLZANO «L’alimentazione per un mondo in equilibrio. Go for a sustainable Life». È questo il tema della Giornata della cooperazione allo sviluppo, che ieri ha animato l’Accademia europea con conferenze, workshop e ospiti d’eccezione, tra i quali l’ambientalista e attivista per i diritti umani Vandana Shiva, il presidente di Slow Food Italia Gaetano Pascale, Rudi Dalvai della World Fair Traid Organization e Franziska Schwienbacher della Scuola invernale della Val d’Ultimo.
In mattinata protagonisti gli studenti: al motto di «Fa’ qualcosa — pensare, progettare, agire» allievi delle superiori hanno elaborato strategie di azione per l’Alto Adige. Ad aprire l’evento il contributo di Tatiana Giannone di Libera, al quale sono seguiti alcuni workshop in piccoli gruppi con varie associazioni tra cui Rete Raccogliamo ciò che seminiamo, youngCaritas, Oew, Botteghe del mondo, Operation Daywork e la scuola per il turismo e le biotecnologie di Merano. Il pomeriggio, invece, è stata la volta delle tavole rotonde dedicate a professionisti, attivisti e cittadini. Tra i temi affrontati: educazione, agricoltura, informazione e sensibilizzazione, ma anche società civile. Quest’ultimo tema è stato al centro del workshop «Io e il mondo — i singoli come attori determinanti nel contesto alimentare globale» e presieduto da Gaetano Pascale e Rudi Dalvai: «Trent’anni fa anche l’atteggiamento del mondo accademico era diverso: si studiava come migliorare l’economia e accumulare capitale. Ora le cose sono cambiate — spiega Dalvai — e c’è interesse anche per i temi della sostenibilità, del consumo consapevole e del commercio equo e solidale. La società civile ha imparato a muoversi e difendere i propri interessi, ma anche le lobby della grande industria ne hanno e sono bravissimi a fare pressioni per norme che li favoriscano. Le scelte del singolo, però, possono influenzare la grande produzione e le grandi marche, che all’immagine tengono moltissimo: negli ultimi tempi le multinazionali hanno iniziato a fare molta attenzione ad avere un’ immagine pulita e positiva. Ultimamente, inoltre — chiosa Dalvai — il consumatore esige valori ai quali prima si badava meno, come il biologico». La giornata si chiude con una conferenza internazionale: relatori Vandana Shiva, Gaetano Pascale, Stefania Piccinelli, Vedastus Ngaiza, Vunthy Hout e Jan Urhahn. «Il nostro cibo è internazionale, le nostre conoscenze no» è stato il tema su cui gli ospiti hanno discusso, dibattendo sul contesto globale del cibo e sulle barriere da superare, indicando possibili alternative. «Il tema su cui riflettere è: chi coltiverà il mondo? Attualmente — spiega Vandana Shiva — il sistema agroindustriale non alimenta il nutrimento del mondo. I beni industriali sono tossici e causano cancro e allergie. Ho potuto verificare che rispettando la biodiversità si può produrre per due volte la popolazione attuale. L’agricoltura sostenibile è una priorità ormai riconosciuta anche dalla Fao. Bisogna quindi aiutare i contadini ad avere sovranità propria, mentre il cittadino può come consumatore, incentivare la biodiversità, optare per un’ agricoltura sostenibile e il commercio equo».