Corriere dell'Alto Adige

Municipio, la giunta resiste

Comune nel caos. Anche Ladinser vuole lasciare. Benko, Margheri annuncia un esposto

- Clementi

La giunta di Bolzano tenta di resistere al terremoto delle dimissioni del sindaco. Il vice Ladinser vuole comunque lasciare. Margheri (Sel) annuncia un esposto su quanto accaduto sul progetto Kaufhaus.

Il commissari­o? Può attendere. Per il momento Luigi Spagnolli è l’unico a essersi dimesso: il vice Klaus Ladinser (in piena sintonia con il sindaco) assicura che lo farà a breve. Ma gli altri cinque assessori provano a resistere. Luciano Giovanelli, Mauro Randi, Luigi Gallo, Claudia De Lorenzo e Judith Kofler Peintner si sono ritrovati ieri e hanno concordato la linea della trincea. Scopo politico della resistenza, soprattutt­o da parte di Giovanelli e Gallo, è valutare se sia possibile revocare il decreto (ultimo atto da Spagnolli) che rimette in pista il progetto Benko.

Ieri è stata un’altra giornata di ordinario caos in municipio. A reggere la baracca rimane il segretario generale Antonio Travaglia, che da ieri non ha più l’aiuto di Helmuth Moroder: il direttore generale — il cui incarico era legato al sindaco — ha già portato via le sue cose dall’ufficio, e ieri era fuori città. Di buon mattino, in compenso, si è presentato un dipendente comunale appena rientrato da una lunga aspettativ­a politica: il suo nome è Luigi Spagnolli. Il capo del personale Johann Neumair lo ha subito messo in ferie. Ma difficilme­nte il futuro dell’ex sindaco sarà all’interno del municipio: per lui si vocifera di un incarico di prestigio al ministero dell’ambiente o dell’agricoltur­a, anche se Spagnolli non conferma: «Ora sono un privato cittadino, ciò che faccio non è più d’interesse pubblico».

Nel frattempo l’ex giunta Spagnolli-ter è spaccata a metà. Ieri Spagnolli (tuttora membro del Consorzio dei Comuni, anche se non più del Consiglio dei Comuni) era con Ladinser a Palazzo Widmann per la riunione. Il resto della giunta, ancora sotto choc, si ritrova dentro l’ufficio di Judith Kofler Peintner. Nessuno di loro vuole lasciare: qualcuno inizia a chiamarli i «giapponesi», come quei soldati che nel ’45 rimanevano nella giungla a guerra finita (rimanendo in tema, un membro del Pd paragona la fuga dal municipio di Spagnolli e Ladinser all’8 settembre). Comunque sia, i cinque «resistenti» firmano un breve comunicato. «Alla luce degli interventi di ieri — si legge — , gli assessori De Lorenzo, Gallo, Giovanelli, Kofler Peintner e Randi si sono incontrati per valutare la situazione nella sua complessit­à e hanno condiviso di non dimettersi prima di un confronto, ciascuno con le proprie forze politiche, e prima di aver ottenuto i chiariment­i giuridici in merito a tutte le questioni aperte. In ogni caso vogliamo garantire un passaggio ordinato dell’amministra­zione all’eventuale commissari­amento e alle successive elezioni».

Il nodo centrale, tanto per cambiare, rimane Benko. La giunta superstite (in particolar­e Giovanelli e Gallo) vogliono valutare se ci sono gli estremi per revocare «in via di autotutela» il decreto che rimette in pista la conferenza dei servizi. «Apprendiam­o solo oggi che da tre mesi il sindaco aveva dato mandato ad alcuni tecnici apicali di lavorare sull’accordo di programma — spiega Giovanelli —, andando pure a discuterne con la Provincia. Sinceramen­te lo trovo sleale: umanamente posso capire le dimissioni per l’enorme pressione cui era sottoposto Gigi, ma aver di fatto tramato alle spalle di noi assessori non mi pare corretto».

La situazione, peraltro, offre anche spunti tragicomic­i: per tutta la mattina gli assessori cercano invano il decreto firmato da Spagnolli, fermo all’ufficio protocollo. Solo nel pomeriggio il testo viene scovato e pubblicato sul sito (vedi articolo sotto). Kofler Peintner esce di corsa dalla riunione: «Scusate, devo prendere un pullman, sarò fuori Bolzano un paio di giorni. Tanto nel weekend non succede nulla, giusto?». Nella Svp, comunque, si preannunci­a una resa dei conti in coordiname­nto mercoledì, quando Dieter Steger potrebbe dare le dimissioni.

Sofferta la decisione di Claudia De Lorenzo, che di fatto sconfessa la leader della Civica Elena Artioli (che l’aveva invitata a dimettersi assieme al sindaco). «Dopo una notte di riflession­e — scrive De Lorenzo — sono arrivata alla conclusion­e di non dimettermi. Io penso di aver avviato, a piccoli passi e senza clamore, un percorso di attenzione e ascolto, dei veri bisogni della città. In una fase così delicata, lasciare la città nelle mani di un commissari­o significhe­rebbe sospendere tutto questo. Quindi non mi dimetto, resto con Bolzano. E ciò che deve accadere, accadrà». Immediata la presa di distanza di Claudio Degasperi, coordinato­re della Civica: «Ci dissociamo dai futuri passi di De Lorenzo».

Spagnolli, ieri ancora stanco ma sollevato, fa buon viso: «È legittimo che gli assessori decidano liberament­e cosa fare. Quanto a me, stanotte ho dormito benissimo, come sempre. Benko? Mica c’è solo lui... Negli ultimi giorni ho approvato tante altre delibere urbanistic­he, ma nessuno pare curarsene». Ladinser, che dovrebbe tornare a fare l’imprendito­re, è solidale con il sindaco: «Non c’erano più le condizioni politiche per proseguire. Confermo che mi dimetterò al più presto: tecnicamen­te ho ritardato il gesto perché il segretario generale mi ha chiesto di verificare assieme alcuni passaggi». Nel frattempo, il benkiano Ladinser potrà marcare da vicino Giovanelli e i «giapponesi».

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Sedie vuote Sopra, il consiglio comunale di ieri: in primo piano gli scranni vuoti di sindaco e vice. Sotto, a sinistra, gli assessori resistenti: Peintner, Giovanelli, Randi e De Lorenzo. A destra, Ladinser e Spagnolli

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