Pd, cresce il pressing su Randi: si dimetta
Di Fede: «Adesso faccia un passo indietro». Lunedì il chiarimento nell’assemblea provinciale Repetto minaccia la mozione di sfiducia. Bizzo: questo gruppo dirigente ha fallito, ne prenda atto
BOLZANO Nel Pd cresce il pressing su Randi affinché lascia la giunta. Se non lo farà c’è il rischio che proprio dalle fila del Pd arrivi una mozione di sfiducia. «A costo di essere io a farlo» mette in chiaro Sandro Repetto secondo cui tenere in piedi la giunta dimezzata fino alle elezioni equivale a un suicidio politico. Un hara kiri che in tanti non hanno intenzione di avvallare.
Il documento firmato da Mauro Randi insieme agli altri assessori viene digerito molto male all’interno del Pd. Il timore è di finire nel mirino della destra che avrebbe gioco facile a definire gli assessori «incollati» alla poltrona. Un gioco al massacro che potrebbe andare avanti fino alle elezioni e che avrebbe l’unico effetto di rafforzare il centrodestra. La segretaria Liliana Di Fede, che ieri sarebbe voluta restare in religioso silenzio, si è vista costretta ad intervenire per prendere le distanze dalla scelta di Mauro Randi.
«Dopo le dimissioni del sindaco Spagnolli, a Bolzano gli assessori non si dimettono. Per il Pd si deciderà collegialmente in assemblea lunedì. Personalmente, dopo il gesto di Spagnolli, cui tutti dobbiamo rispetto, considero ovvio che per coerenza gli assessori e i consiglieri prendano atto della situazione e facciano un passo indietro. Le istituzioni vanno servite con serietà e sobrietà. Nella normalità, si dimette il sindaco e arriva un commissario perfettamente in grado di svolgere il ruolo di traghettatore verso nuove elezioni. È una questione di chiarezza nei confronti della città e di decoro istituzionale» scrive la segretaria dando voce a tutti coloro che invocano il commissariamento come il male minore.
In piena sintonia con la segretaria anche Nadia Mazzardis. «Credo che tutte le forze politiche, da destra a sinistra, debbano fare una seria autocritica al loro interno e analizzare le cause e le responsabilità di questa situazione. Bisogna iniziare a pensare alla Bolzano del futuro se non vogliamo che nel 2016 si riproduca la stessa situazione con 18 partiti e partitini che si fanno la guerra. Detto questo rimanere con una giunta delegittimata fino alle elezioni non mi sembra una buona scelta: la politica ha fallito ed è meglio che i politici si ritirino».
L’ipotesi della giunta «giapponese» non convince nemmeno Sandro Repetto che fa la voce grossa. «Non è possibile andare avanti con una giunta monca. Mi auguro che gli assessori di Pd e Svp si dimettano , altrimenti sono pronto a presentare io stesso una mozione per sfiduciarli».
Decisamente controcorrente invece il vicepresidente del consiglio provinciale Roberto Bizzo: «Il commissario non arriva nemmeno si dimette tutta la giunta, chi parla tanto dovrebbe prima informarsi» nota Bizzo caustico. «La resposabilità di questa situazione è di chi ha voluto sostituire gli ecosociali con la civica della Artioli. Adesso il disastro è servito e il gruppo dirigente Pd che ci ha condotto a questa situazione dovrebbe prendersi le sue reponsabilità. A meno di non voler replicare ciò che è successo a Laives — aggiunge Bizzo — io credo che non ci siano alternative ad una maggioranza di centrosinistra. Ma l’alleanza non può essere ricostruita da chi ha fatto di tutto per romperla».