Corriere dell'Alto Adige

Bimba morta dopo la caduta a scuola La Provincia resiste: colpa dei genitori

Tribunale, udienza civile. Dimezzata la richiesta risarcitor­ia: ora è di 1,4 milioni

- Silvia Fabbi

BOLZANO La Provincia Autonoma di Bolzano non intende pagare neppure un centesimo di risarcimen­to ai familiari per la morte della piccola Manal Benhaddou, avvenuta nell’ottobre 2009 dopo uno scontro con un’altra alunna nel cortile della scuola elementare «Martin Luther King» di via Parma a Bolzano.

L’avvocatura della Provincia, che nell’udienza civile di ieri innanzi alla giudice Ulrike Ceresara rappresent­ava anche la scuola (chiamata anch’essa a risarcire dai familiari di Manal, insieme all’insegnante che assistette alla scena), furono i genitori a non accorgersi che la piccola stava male e a non portarla per tempo all’ospedale per sottoporla alle cure del caso.

Non basta così il danno di aver perso la loro figlia ai genitori di Manal: devono subire anche la beffa di vedersi additati come i responsabi­li della sua morte.

Con queste motivazion­i la Provincia e la scuola, insieme all’insegnante, si sono rifiutate di accogliere la richiesta di conciliazi­one presentata dagli avvocati Christian Dorigatti e Paolo Corti (Studio CDP&Partners) , che rappresent­ano i familiari di Manal in giudizio. L’avvocatura della Provincia ha rifiutato la proposta di conciliazi­one nonostante la difesa dei genitori e dei fratelli di Manal abbiano praticamen­te dimezzato la richiesta risarcitor­ia nei confronti dell’ente pubblico. Da una richiesta di 2,7 milioni di euro iniziali si è passati ora a 1,4 milioni. Questo perché è sopravvenu­ta una modifica normativa nel frattempo dovuta a una pronuncia della Cassazione a sezioni unite con cui si è stabilito che in caso di morte di una persona ai familiari non spetta anche un risarcimen­to in via ereditaria a nome della persona deceduta per la perdita del bene vita. Alla richiesta di risarcimen­to di 2,7 milioni si era giunti dopo un lungo carteggio fra la famiglia e la Provincia, dopo che la compagnia assicurati­va dell’istituto scolastico aveva messo a disposizio­ne l’intero massimale previsto dalla polizza per infortuni verificati­si durante l’attività scolastica, pari a 20.000 euro (5.000 euro per ognuno dei due genitori e 2.000 euro per ciascun fratello).

Il risarcimen­to era stato ritenuto però insufficie­nte dai familiari di Manal, che la scorsa estate hanno ricevuto anche il diniego definitivo al risarcimen­to da parte della Provincia, che già all’epoca aveva respinto formalment­e ogni addebito. La difesa dell’insegnante ha contestato recisament­e la citazione stessa dell’educatrice in giudizio, dal momento che secondo gli avvocati la responsabi­lità di un incidente sussiste solo in caso di mancata sorveglian­za della minore, cosa che — stando agli accertamen­ti svolti nel corso dell’indagine penale — sembra non essersi verificata. Secondo la difesa dei genitori di Manal la colpa dell’insegnante sarebbe consistita invece nel ritardo con cui avrebbe informato i genitori dell’incidente avvenuto alla loro bambina, e nella carenza delle informazio­ni che si ritiene siano state fornite ai genitori stessi per metterli in condizioni di prestare le prime cure alla piccola.

La giudice si è riservata la decisione, valutando se convocare comunque un’udienza costringen­do così le parti a trattare, oppure se prendere una decisione sulla base della documentaz­ione presentata in sede di giudizio.

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Dolore La piccola Manal Benhaddou morì nel 2009 dopo essersi scontrata con una compagna nel cortile della scuola elementare che frequentav­a

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