Silandro, nell’asilo italiano i tedeschi pagano di più
Silandro, la comunità comprensoriale gela le famiglie. Tommasini: fare queste discriminazioni è illegale
Le famiglie di «pura madrelingua tedesca» che vogliono mandare i figli all’asilo di Silandro pagano il doppio degli italiani e degli stranieri. La lettera del presidente della comunità comprensoriale Andreas Tappeiner che certifica l’incredibile discriminazione diventa un caso politico. L’assessore Tommasini: «Non si può chiedere la dichiarazione etnica per l’iscrizione all’asilo».
All’asilo italiano di Silandro i tedeschi pagano doppio. A sollevare il caso è un gruppo di genitori del Grillo Parlante che hanno deciso di non accettare il sistema di apartheid amministrativa che la Comunità comprensoriale vorrebbe imporre. Il caso è già sul tavolo dell’assessore alla scuola italiana Christian Tommasini che assicura «Non è possibile chiedere la dichiarazione etnica per l’iscrizione all’asilo: cercheremo di chiarire questa vicenda».
Nel Sudtirolo del 21esimo secolo i muri etnici sono ancora in piedi. Anche dove dovrebbero esserci più. Una sorta di apartheid amministrativa che stride rumorosamente con la convivenza pacifica a cui si è abituata la società altoatesina. La vicenda riguarda, per ora, solamente la val Venosta ma in futuro il problema potrebbe interessare tutti i comuni in cui non ci sono più scuole materne italiane che ormai sopravvivono solo nel fondovalle
Silandro è l’ultimo paese della Venosta in cui c’è ancora una significativa presenza italiana e proprio per questo ci sono ancora asilo, elementari e medie. Un punto di riferimento per le famiglie italiane di tutta una valle. Dato che le scuole dell’infanzia devono essere garantite in entrambe le lingue, all’asilo di Silandro arrivano anche bambini dai paesi vicini come Laces, Malles o Castelbello. Ma, al contrario di ciò che accade nelle città, ci sono anche famiglie tedesche che iscrivono i loro figli all’asilo italiano. Sempre di più. La ragione è la stessa che spinge tanti italianissimi bolzanini a scegliere gli asili tedeschi: il desiderio che i ragazzi crescano bilingui. Si parla di pochi bambini la cui presenza però, può risultare decisiva per la sopravvivenza delle scuole italiane delle valli.
La comunità comprensoriale della Venosta ha voluto stoppare questa abitudine. I sindaci della valle infatti hanno stabilito che all’asilo di Silandro le famiglie italiane, immigrate e mistilingui pagano 38 euro al mese, le famiglie «di pura madrelingua tedesca» che risiedono in altri comuni invece devono pagare 78 euro al mese. Chi rinnega la madrepatria paga doppio. L’ufficializzazione della decisione è in un’incredibile lettera che il presidente della Comunità comprensoriale Andreas Tappeiner ha inviato ai genitori. Un testo che certifica il sistema di apartheid. «Le famiglie italiane non residenti a Silandro — scrive Tappeiner hanno il diritto di iscrivere i figli alla scuola italiana e pagano solo la quota dei genitori ovvero 38 euro al mese. Le famiglie di pura madrelingua tedesca possono decidere di mandare i figli a Silandro ma devono farsi carico anche della quota del Comune. Per le famiglie immigrate e quelle cosiddette miste, dove i partner sono di due gruppi linguistici diversi, vale la stessa regola che per le famiglie italiane. Per le famiglie monoparentali viene preso in considerazione il gruppo linguistico del genitori».
La lettera però non dice come debba essere accertato il gruppo linguistico. La dichiarazione etnica è un dato coperto dalla privacy che può essere chiesto solo in occasione di concorsi pubblici o per l’assegnazione di case popolari. E imporre alle famiglie di dichiararsi etnicamente al momento della scelta della scuola è illegittimo. Il pasticcio venostano è già arrivato in Intendenza scolastica e l’assessore Tommasini promette che farà tutte le verifiche del caso. Intanto i verdi hanno già iniziato a chiedere chiarimenti. La consigliera ecologista Brigitte Foppa ha presentato un’interrogazione per sapere se è vero che in alcuni asili viene chiesta la dichiarazione etnica dei genitori al momento dell’iscrizione.
Tappeiner «I genitori di pura madrelingua tedesca devono pagare anche la quota del Comune»