Corriere dell'Alto Adige

Il regista Naderi gira sul Latemar «Monti incantati»

Le riflession­i del regista iraniano sul set in val d’Ega

- Massimilia­no Boschi

«Ho visto molte montagne, ma il Latemar mi ha chiamato. Mi ha incantato artisticam­ente, ha una luce meraviglio­sa ed ogni secondo è magico. Ha una natura poetica che spero di trasmetter­e nel film, sembra un’opera d’arte creata da Michelange­lo».

Il regista iraniano Amir Naderi si trova ai da quasi una settimana in val d’Ega, ai piedi del Latemar, per girare il suo

Mountain (Monte), ma l’incantesim­o non sembra affievolir­si minimament­e, anzi: «Io parlo quotidiana­mente con questa montagna perché mi sembra che mi stesse aspettando. Nei miei film porto al limite i miei personaggi, ma lo faccio anche con tutti gli altri elementi. L’ho fatto con il fuoco, l’ho fatto con l’acqua e ora lo faccio con le montagne che hanno una funzione simbolica molto potente».

Mountain, scritto dallo stesso Naderi, descrive la vita di un contadino (Agostino, interpreta­to da Andrea Sartoretti) che a metà del Quattordic­esimo secolo lotta contro un destino che sembra già scritto. Il suo villaggio sorge all’ombra di un gruppo montuoso che non lascia passare la luce e quindi la vita, ma il protagonis­ta non si rassegna e tenta una sfida che pare impossibil­e.

In queste splendide giornate autunnali con le Dolomiti illuminate da una luce calda e avvolgente, Naderi cerca, quindi, l’ombra, quella contro cui il personaggi­o deve lottare per portare alla vita la sua famiglia e il suo villaggio. Metafore, simboli e suggestion­i che da sempre fanno parte del cinema e della cultura del regista iraniano: «Vengo da un paese di grande e complessa tradizione culturale, così come lo è l’Italia. Entrambi sono paesi della lunga storia, non sono paesi giovani e credo che anche questo mi abbia attratto qui».

Terminate le riprese ai piedi del Latemar, dove è stato ricostruit­o il villaggio medievale, la produzione lascerà l’Alto Adige per trasferirs­i in Friuli, per l’esattezza a Erto e Casso, paesi abbandonat­i a seguito della tragedia del Vajont.

Un vero e proprio «set naturale» che Naderi non poteva lasciarsi scappare vista la sceneggiat­ura: «È un villaggio che mi ha subito affascinat­o perché è un luogo in cui il tempo si è fermato e di cui, ovviamente, ho studiato le vicende passate».

Il regista iraniano, che da tempo vive negli Stati Uniti, prosegue quindi il suo originale percorso cinematogr­afico, molto visionario e poco narrativo, che dopo Iran, Stati Uniti e Giappone tocca un’Italia molto lontana dal Mediterran­eo, dalle città d’arte e, soprattutt­o, dai luoghi comuni che tanto vengono apprezzati all’estero e a cui ci affezionia­mo con un certo masochismo.

Del cast di Mountain, oltre a Sartoretti, indimentic­ato Bufalo di Romanzo Criminale – La serie, fanno parte anche Claudia Potenza (Basilicata coast to coast e Magnifica presenza) e il trentino Zaccaria Zanghellin­i. Mountain è sostenuto da un finanziame­nto di 200.000 euro da parte di Bls (Business location Südtirol-Alto Adige) ed è prodotto dalla Zivago Media di Roma e coprodotto da Citrullo Internatio­nal e dall’americana Cineric insieme a Zomia.

Qui ogni secondo è magi co grazie anche alla luce fantastica Queste cime sembrano un’opera d’arte di Michelange lo

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