Delitto di Merano Tre mesi agli esperti per valutare Strazzer
BOLZANO Si è svolta ieri in tribunale a Bolzano l’udienza nel corso della quale il giudice per le indagini preliminari Emilio Schönsberg ha formalizzato il conferimento dell’incarico al perito e ai due consulenti di parte nell’ambito dell’incidente probatorio per l’indagine relativa all’omicidio di Merano costato la vita al 43enne Peter Cristina lo scorso giugno 2015. Gli specialisti dovranno stabilire se l’indagato Roberto Strazzer, 58 anni, fosse in grado di intendere e volere al momento del fatto, e se questi sia o meno affetto da una patologia psicologica o psichiatrica che possa aver avuto un ruolo più o meno determinante per la commissione del delitto. Nel corso dell’udienza di ieri pomeriggio il gip Schönsberg ha conferito l’incarico al proprio perito Guido Buffoli, già incaricato dalla giudice Silvia Monaco nell’ambito della perizia sulla capacità di intendere e volere di Kevin Montolli, che uccise una prostituta ai Piani di Bolzano. Anche il pubblico ministero Andrea Sacchetti ha incaricato un proprio consulente di parte, nominando il professor Fabio Bonadiman di Trento, già consulente del giudice nell’ambito dell’indagine per violenza sessuale nei confronti di Salvatore Morghen. L’avvocato di Strazzer, Nicola Nettis, ha invece nominato la professoressa Giulia Capra di Milano. Gli esperti avranno ora poco meno di tre mesi di tempo per svolgere gli esami su Strazzer e valutarne la capacità di intendere e volere e l’eventuale stato mentale al momento del fatto. L’udienza in cui i tre periti riferiranno davanti al giudice il contenuto dei loro accertamenti condotti sull’imputato è stata fissata il prossimo 11 gennaio. Ricordiamo che il delitto maturò nell’abitazione di Cristina, che ospitava temporaneamente l’amico nel proprio monolocale. Nella giornata in cui avvenne il delitto i due avrebbero trascorso il pomeriggio assieme, consumando bevande alcoliche e perdendo progressivamente lucidità. Alla fine in questo clima sarebbe maturato il litigio che avrebbe condotto alla morte uno dei due uomini. Il delitto sarebbe stato portato a termine con un coltello recuperato nella cucina del monolocale. Ciò lascerebbe pensare a un delitto d’impeto che avrebbe portato l’autore a reagire a uno stimolo in modo violento, più che a un gesto premeditato. Strazzer si sarebbe anche pentito di quanto accaduto.