Religione, gli esoneri sono troppi Mancano risorse per le alternative
Mancano risorse per organizzare altre attività, i bimbi restano in classe. Tarter: problema in via di soluzione
L’esonero dalla religione rischia di diventare un caso politico. In alcune scuole bolzanine ai bimbi che non frequentano l’ora di religione non vengono proposte attività alternative. «Simili situazioni si possono verificare a inizio anno, il problema è in via di soluzione» assicura l’ispettore Tarter.
BOLZANO L’esonero dalla religione rischia di diventare un caso politico. In alcune scuole bolzanine infatti ai bambini che non frequentano l’ora di religione non vengono proposte attività alternative. Ma siccome la sorveglianza va garantita i ragazzi si mettono in un angolo della classe e non seguono la lezione. Un gruppo di genitori ha deciso ha posto il caso all’intendenza che, insieme alle scuole promette di trovare una soluzione. «Simili situazioni si possono verificare a inizio anno, il problema è in via di soluzione» assicura l’ispettore per l’educazione religiosa Sandro Tarter ricordando che «la legge concordataria del 1985 non si applica in Alto Adige» e dunque «le scuole non possono ottenere risorse supplementari per organizzare attività didattiche con i ragazzi che non frequentano l’ora di religione».
Il fenomeno dell’esonero dalla religione non è più legato esclusivamente poche a famiglie di solida tradizione laica. Ora che anche la scuola altoatesina è diventata multietnica nelle classi ci sono bambini di ogni credo religioso. E le famiglie che scelgono l’esonero sono sempre di più. Se dieci anni fa erano il 10% oggi siamo intorno al 15%, un dato inferiore alle altre Regioni del Nord ma superiore alla media nazionale visto che al sud il fenomeno è particolarmente contenuto. In Alto Adige c’è una situazione a macchia di leopardo, in alcune classi tutti frequentano la religione, in altre invece diversi scelgono l’esonero.
In una scuola che sopravvive nonostante i tagli, il problema delle risorse è centrale. Con un organico bloccato da anni i dirigenti fanno sempre più fatica a trovare le risorse per seguire i bambini che non frequentano l’ora di educazione religiosa. Anche per questo l’intendenza ha pubblicato un opuscolo multilingue per spiegare che cosa viene fatto durante le ore di religione. «Non facciamo catechismo, la religione cattolica è una componente fondamentale della nostra società e viene studiata sotto il profilo antropologico» chiarisce Tarter. «Se io abitassi in un Paese musulmano — aggiunge — sarei il primo a voler capire di più sulla religione e la cultura».
Se la campagna di sensibilizzazione darà i suoi frutti lo si vedrà con il tempo intanto le scuole sono alle prese con un problema pratico. Che fare con i bambini che vengono esonerati dall’educazione religiosa?
«In linea di massima — spiega Sabine Giunta, dirigente dell’istituto comprensivo Bolzano 1 — l’ora di religione viene messa all’inizio o alla fine delle lezioni in modo che i ragazzi possano entrare più tardi o uscire un’ora prima. Tuttavia questo non sempre è possibile per ragioni organizzative. In alcuni casi siamo stati costretti a inserire l’ora di religione nel corso della mattina. Oltretutto — aggiunge — il quadro è in continua evoluzione, spesso le rinunce non arrivano al momento dell’iscrizione ma nel corso dell’anno scolastico».
Rispetto allo scorso anno poi è intervenuta un’altra novità. Una sentenza della Corte Costituzionale infatti vieta alle scuole di offrire agli «esonerati» insegnamenti curricolari per evitare un ingiusto potenziamento delle competenze rispetto ai lori. ro compagni. Così alcune scuole si sono trovate in grossa difficoltà. L’unica soluzione per garantire la sorveglianza dei ragazzi è tenerli in classe senza l’obbligo di partecipare alla lezione. Altrimenti i genitori possono venirsi a prendere i bambini e tenerseli fino alla fine dell’ora di religione. «Si tratta di una soluzione temporanea, stiamo pensando ad attività alternative tra cui un corso di etica e filosofia visto che non è possibile fare materie curricula- Però — aggiunge ancora la dirigente Giunta — per tutto questo c’è bisogno di un po’ tempo. Siamo solo all’inizio dell’anno». Sulla stessa linea anche l’ispettore Tarter: «Spero che questa vicenda non alimenti polemiche di cui non c’è alcun bisogno visto che stiamo parlando di problemi di singoli che — promette — saranno presto risolti».