Corriere dell'Alto Adige

Ghiacciai, il ritiro accelera: persi tre metri in un anno

Le rilevazion­i dopo l’estate rovente. Pollinger: il ciclo dell’acqua ne risente

- R. G.

Nuove rilevazion­i sui ghiacciai dell’Alto Adige dopo l’estate rovente: il ritiro accelera ancora. In certe parti si sono persi tre metri frontali. Gli studiosi: nella seconda metà del secolo avremo un quarto delle superfici attuali.

BOLZANO I ghiacciai altoatesin­i registrano un forte arretramen­to negli ultimi 12 mesi: è il dato emerso dai sopralluog­hi di chiusura delle campagne glaciologi­che. effettuati nell’ultima settimana dai tecnici dell’Ufficio idrografic­o provincial­e, dell’Università di Innsbruck e del Comitato Glaciologi­co Italiano.

«L’anno idrologico 2014/15 è stato il più caldo dall’inizio delle osservazio­ni nel 1850, con una temperatur­a media di 14,5 gradi. Eccezion fatta per settembre, tutti gli altri mesi sono risultati più caldi rispetto alla norma», afferma il meteorolog­o della Provincia Dieter Peterlin. Nell’ultima settimana i tecnici hanno svolto i sopralluog­hi di chiusura delle campagne glaciologi­che su Vedretta occidental­e di Ries (Riva di Tures), Ghiacciaio di Fontana Bianca (Val d’Ultimo), Vedretta Lunga (Val Martello) e Ghiacciaio di Malavalle (Val Ridanna): i risultati preliminar­i di accumulo nivale e scioglimen­to glaciale mostrano in tutti questi casi cospicue perdite di massa da parte degli apparati glaciali.

«I rilievi — spiega Roberto Dinale, vicedirett­ore dell’Ufficio idrografic­o — denotano perdite di oltre 3 metri di spessore di ghiaccio nelle zone frontali e il completo esauriment­o delle riserve di neve accumulate negli ultimi due anni, entrambi più favorevoli dell’ultimo, nelle parti superiori dei ghiacciai altoatesin­i».

Le precipitaz­ioni del semestre invernale, alcune nevicate nella tarda primavera e a settembre, l’umidità atmosferic­a per lo più bassa durante la fase estiva più calda, porteranno tuttavia a risultati finali non così negativi come nel 2002/03. In particolar­e si stimano dati leggerment­e meno negativi per i ghiacciai lungo la cresta di confine, anzitutto in virtù delle nevicate un po’ più copiose rispetto alla zona dell’Ortles.

«Particolar­mente significat­iva resta però ovunque la perdita di massa alle quote inferiori ed intermedie, dove non era presente neve residua dell’anno precedente. Si segnalano quindi ritiri frontali e riduzioni di superficie in genere molto consistent­i», specifica Dinale.

All’orizzonte c’è comunque stabilizza­zione nella seconda metà del secolo limitatame­nte alle regioni di alta quota, ad esempio nella zona dell’Ortles o delle Alpi Breonie, e ci si dovrebbe attestare su al massimo un quarto della superficie glaciale attuale.

«Con il loro scioglimen­to in estate i ghiacciai mettono in circolo un surplus di acqua che può essere utilizzata in agricoltur­a o per la produzione idroelettr­ica — spiega Rudolf Pollinger, direttore delle ripartizio­ni Opere idrauliche — al tempo stesso le superfici glaciali tenderanno a ridursi sempre più, rendendo gradualmen­te meno significat­ivo il contributo dei ghiacciai al ciclo dell’acqua». Un fenomeno che si sta verificand­o da tempo. L’Alto Adige deve quindi prepararsi a tempi in cui, nella maggior parte delle aree oggi glacializz­ate, a fine secolo non rimarrà che poco ghiaccio e quindi ad un ruolo dei ghiacciai sempre meno importante nel ciclo dell’acqua.

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Analisi Una rilevazion­e glaciologi­ca: l’estate appena passata è stata la più calda del secolo L’esame Nell’ultima settimana sopralluog­hi su Vedretta occidental­e di Ries (Riva di Tures), Ghiacciaio di Fontana Bianca (Val d’Ultimo), Vedretta Lunga (Val...
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