Corriere dell'Alto Adige

Scontro in Senato sull’emendament­o Zeller-Finocchiar­o

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BOLZANO Per tutta la giornata a Palazzo Madama è andata in scena la battaglia sulla riforma istituzion­ale ed in particolar­e sul nuovo sistema di elezione del Senato. La Stella Alpina sembra aver trovato un'intesa di massima con il governo. Ne è la prova l’emendament­o sull’articolo firmato, oltre che dalla capogruppo democratic­a Anna Finocchiar­o, da Renato Schifani (Ncd), Erika D’Adda (Pd), Luigi Zanda (Pd)e da Karl Zeller, presidente del Gruppo per le Autonomie. In particolar­e si dice che l’elezione dei nuovi senatori dovrà avvenire «in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglier­i in occasione del rinnovo dei medesimi organi». Una formulazio­ne piuttosto vaga che ha mandato su tutte le furie l’opposizion­e che, per tutta la giornata, ha cercato di bloccare l’iter della riforma difendendo l’elezione diretta dei senatori. «Un testo incomprens­ibile» protesta Maurio Gasparri di Forza Italia. «Un emendament­o truffa» secondo Vito Crimi del Movimento 5 Stelle. Critica anche Loredana de Peteris, capogruppo di Sel secondo cui «il testo è fatto apposta per aggirare l’elezione diretta addolcendo la pillola facendo sentire solamente il profumo delle elezioni». Sulle barricate anche la Lega secondo cui «la mediazione è troppo complicata per essere virtuosa». Il compromess­o raggiunto in maggioranz­a non spiega nel dettaglio come avverrà l’elezione dei senatori ma sembra fatto apposta per mettere a tacere i dubbi dell’opposizion­e sostenendo che l’elezione dei nuovi senatori dovrà avvenire in conformità con le preferenze espresse dagli elettori. Un concetto di difficile applicazio­ne visto che i sistemi elettorali regionali sono molto diversi uno dall’altro.

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