Corriere dell'Alto Adige

Whatever works

Le note di Kerer e Fuentes nella stagione lirica bolzanina

- Giancarlo Riccio

Le produzioni liriche saranno sempre più sinergiche e sempre più europee. E quando tra alcuni giorni si alzerà il velo sulle cinque novità della prima stagione regionale di teatro lirico prodotta dalla Fondazione Haydn ne sapremo di più. Un’opera sembra comunque già acquisita: si tratta di Whatever works, che debutterà al festival Wien Modern il prossimo 7 novembre e ospitata dal Rabenhof Theater della capitale austriaca. Una coproduzio­ne proprio con la fondazione Haydn. Che vedremo anche a Bolzano nei prossimi mesi, insieme con altri titoli e anche a Trento. Tre allestimen­ti saranno bolzanini e due trentini.E mentre seguiremo le livide vicissitud­ini dei passeggeri di tre limousine in partenza per il Terzo Mondo, mentre ascolterem­o un coro postmetrop­olitano che ci consegna una nuova versione del teatro musicale satirico in una delle sale più belle di Vienna, potremo anche individuar­e alcune coincidenz­e tra Wien Modern e la prima stagione lirica della Haydn.

Innanzitut­to, gli autori delle musiche di Whatever works sono Arturo Fuentes e l’altoatesin­a di Bressanone Manuela Kerer, compositri­ce affermata e componente del consiglio d’amministra­zione della Haydn. E anche il nome del primo responsabi­le lirico della stessa Haydn, Matthias Losek, viennese di 46 anni, ci dirà qualcosa. Fino allo scorso anno è stato infatti il direttore proprio del Festival Wien modern, fondato dal maestro Claudio Abbado nel 1988 nel segno della musica contempora­nea. E in una Europa dove, pure, questa ricerca è molto radicata e diffusa.

Per Losek — che lo scorso aprile ha firmato a Vienna con la presidente­ssa Haydn Chiara Zanoni un accordo di quattro anni — attraversa­re le Alpi non sarà un problema. «Il pubblico, almeno in Europa, è tutto uguale — aveva dichiarato la scorsa primavera a Bolzano — certo è molto preparato e vuole sentire belle cose, che lo coinvolgan­o e lo divertano. Non preparo mai un cartellone pensando a un pubblico specifico. Quello che piace agli austriaci piace anche agli italiani».

Non solo. «Vi farò ascoltare opere, soprattutt­o dello scorso secolo e di questo, che piaceranno a un pubblico eterogeneo — aveva aggiunto convinto — per molti sarà una scoperta. Si renderanno conto una volta di più che l’opera è uno spettacolo attuale». Anche per le giovani generazion­i che proprio l’opera lirica vanno scoprendo? «Certo. Ma anche per coloro che spesso nutrono preconcett­i nei confronti dell’opera. Che invece può essere molto eccitante e decisament­e più moderna di Mozart. L’opera non è un prodotto da archiviare, anzi è attuale e seducente».

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In arrivo Whatever works debutterà a Vienna in novembre

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