Consiglio, convegno separatista
Doppia cittadinanza, Widmann concede l’aula a Südtiroler Freiheit. Urzì: uno scandalo
Il presidente Widmann concede la sala del consiglio a Südtiroler Freiheit per un convegno sulla doppia cittadinanza. Secondo Alessandro Urzìsi tratta di una decisione scandalosa. I verdi: «Colpo basso diretto a Kompatscher».
BOLZANO Il consiglio provinciale ospiterà un convegno organizzato dal movimento secessionista Südtiroler Freiheit in cui si parlerà di doppia cittadinanza. L’annuncio, ufficializzato nei giorni scorsi, ha fatto scoppiare un caso politico e a finire nel mirino delle critiche è il presidente del consiglio provinciale Thomas Widmann. «Decisione inammissibile, lunedì chiederò di poter organizzare un dibattito sul futuro della destra altoatesina. L’aula o viene data a tutti o a nessuno» tuona Alessandro Urzì di Alto Adige nel cuore. Critico anche il verde Riccardo Dello Sbarba secondo cui le aule istituzionali dovrebbero rimanere tali e non essere messe a disposizione dei singoli partiti.
Fino ad ora l’Aula del consiglio provinciale è stata usata solamente per scopi istituzionali. Il presidente Thomas Widmann però ha cambiato una prassi in vigore da anni ed ha concesso la sala a Südtiroler Freiheit per un convegno internazionale sulla doppia cittadinanza come strumento per la protezione delle minoranze linguistiche.
Anche se interverranno diversi relatori di alto profilo provenienti da tutto il mondo, è evidente che si tratta di un’iniziativa del partito visto che sul volantino campeggia il logo di Südtiroler Freiheit e a moderare la giornata sarà Maximilian Kollman, portavoce del movimento secessionista.
Gli invitati arrivano da tutto il mondo. Si parte con il professore canadese Daniel Turp, esponente di spicco del Parti Quebecquois, a seguire il danese Jan Diedrichsen, direttore della Federazione europea delle nazionalità e Andrea Carteny, docente di storia dei paesi dell’est alla Sapienza. Gli altri relatori arrivano dalla Macedonia, Polonia, Armenia, Ungheria, Slovenia e Croazia. Non mancherà nemmeno una rappresentanza degli italiani d’Istria con Livio Defranza, in rappresentanza della «Lista per Fiume».
Avere un gruppo di relatori variegato e di spessore però non cambia i termini della questione. L’Aula in cui si riunisce l’istituzione più alta dell’autonomia è stata data a un gruppo politico che, tra l’altro, si batte per trasformare l’Autonomia in secessione.
«Un episodio gravissimo» protesta Urzì. «Non si possono utilizzare aule della Repubblica per comizi secessionisti, sarebbe come organizzare la festa dell’unità a Montecitorio, nessuno ci ha mai minimamente pensato. Se l’autorizzazione non verrà revocata — aggiunge — lunedì stesso chiederò anche io l’Aula per un’iniziativa di Alto Adige nel cuore sul futuro politico della destra altoatesina. O per farci la festa tricolore. Il principio deve essere o a tutti o a nessuno». Urzì accusa apertamente il presidente Widmann di aver messo in atto un vero e proprio colpo di mano.
«Dagli atti — spiega ancora Urzì — risulta che la questione è stata portata a maggio nella conferenza dei capigruppo tra le varie ed eventuali. A fine seduta, quando tutti eravamo già usciti, Widmann ha chiesto se ci fossero contrari e siccome era rimasto solo Sven Knoll la cosa è passata. Buffo che nessuno abbia sentito nulla ma che agli atti risulti una decisione. La verità — conclude — è che si è trattato estorta e indecorosa: ora l’autorizzazione va assolutamente ritirata».
Molto critici anche i verdi. Il capogruppo Riccardo Dello Sbarba, al pari di Urzì, non ricorda nulla della seduta in cui è stata concessa la fantomatica autorizzazione e ricorda che i verbali della conferenza dei capigruppo non sono ufficiali visto che non vengono approvati nella seduta successiva.
«Fino ad oggi — fa notare Dello Sbarba — l’Aula del Consiglio non è mai stata data a nessuno e credo che dovrebbe continuare a rimanere un luogo istituzionale in cui non si svolgono iniziative di partito. Piuttosto — conclude — questa mossa mi sembra un tiro mancino che Widmann ha voluto giocare al Landeshauptmann Kompatscher che come è noto è contrario alla doppia cittadinanza come lo siamo noi verdi visto che gli svantaggi sarebbero più dei vantaggi».
Ora la palla è nelle mani del presidente Widmann che lunedì dovrà decidere se e come dare seguito alla richiesta avanzata da Urzì.