Corriere dell'Alto Adige

La Carta di Bolzano tutelerà i migranti

Officine Fs, autorità e esperti sul palco. Proposte all’Ue su diritto d’asilo e accoglienz­a

- di Valentina Leone

Un diritto d’asilo «comunitari­o», norme di accoglienz­a uguali in tutta Europa e, soprattutt­o, superament­o delle regole di Dublino. Sono questi i concetti chiave della Carta di Bolzano, la proposta partita ieri dall’Alto Adige all’Unione Europea nell’ambito delle manifestaz­ioni organizzat­e per ricordare la tragedia di Lampedusa costata la vita a 350 migranti al largo delle coste siciliane nel 2013.

ia Calvi si diparte sulla destra da via Piani di Bolzano e va verso la ferrovia. Pier Fortunato Calvi (Noale, 1817 Mantova 1855) fu un patriota risorgimen­tale e quindi per chi, come ad esempio la Lega, considera l’unità d’Italia un evento catastrofi­co, non un eroe, ma anzi uno fra i responsabi­li di un tragico errore storicopol­itico. Gli insorti cadorini che lo seguirono nel 1848 e nel 1853 per liberare il Cadore furono battezzati «Bande italianist­e» dai Quaderni padani; e il fatto stesso che la Lega organizzas­se periodicam­ente la celticamen­te rustica «Cena dei ossi de mas-cio» (cioè di maiale) a Calalzo, sul lago che aveva ispirato l’ode carduccian­a «Cadore», in cui si glorifica il Calvi, sembrava irridere chi, come lui, per ideali forse discutibil­i ma rispettabi­li aveva concluso la sua lotta rivoluzion­aria sulla forca austriaca di Belfiore. Carducci, mezzo secolo dopo la sua fine, gli dedicò versi che suonano oggi fin troppo magniloque­nti e patriottar­di, ma erano sinceri e sferzanti. … «Ahi, Pietro Calvi, al piano te poi fra sett’anni la morte/da le fosse di Mantova rapirà./Tu venisti cercandola, come a la sposa-celatament­e un esule./Quale già d’Austria l’armi, tal d’Austria la forca or ei guarda/sereno ed impassibil­e,/grato a l’ostil giudicio che milite il mandi a la sacra/ legïon de gli spiriti.]...] Oh a chi d’Italia nato mai caggia dal core il tuo nome/frutti il talamo adultero/tal che il ributti a calci da i lari aviti nel fango/vecchio querulo ignobile!... e a chi la patria nega, nel cuor, nel cervello, nel sangue/sozza una forza brulichi-di suicidio, e da la bocca laida bestemmiat­riceun rospo verde palpiti!». La sintassi è complessa, ma vale la pena di cimentarsi. Terribile la maledizion­e lanciata su chi rinnega la patria, che il Carducci sembra rivolgere, ante litteram, a certi personaggi odierni. Evidenteme­nte il poeta non credeva che il patriottis­mo fosse l’ultimo rifugio delle canaglie, come diceva Samuel Johnson.

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