Corriere dell'Alto Adige

Senato, riforma approvata Articolo 10, l’Svp si sfila

Bolzano avrà due eletti: un sindaco e un consiglier­e. Zeller: «L’articolo 10 potremmo non votarlo»

- M. An.

Via libera all’articolo 2 della riforma costituzio­nale. Il senatore Svp Karl Zeller è soddisfatt­o per il rafforzame­nto della rappresent­anza sudtiroles­e ma avverte il governo. «Potremo non votare l’articolo 10 che cancella le competenze del nuovo Senato».

BOLZANO Gli scogli da superare sono ancora tanti ma, dopo una lunga battaglia, intanto il governo ha portato a casa l’articolo 2 della riforma costituzio­nale. Dei 95 senatori che comporrann­o il futuro Senato delle Regioni 4 arriverann­o dal Trentino Alto Adige. Ogni provincia avrà due senatori di cui almeno due sindaci anche se non è chiaro in che modo verranno eletti.

L’emendament­o Zeller-Finocchiar­o introduce qualche piccola novità ma, come ha ammesso lo stesso Zeller, si tratta di un piccolo pastrocchi­o per evitare lo strappo con la minoranza dem. Il testo emendato approvato al senato recita: «I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzion­ale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori. La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzion­i territoria­li dai quali sono stati eletti in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglier­i in occasione del rinnovo dei medesimi organi».

Insomma come verranno eletti i futuri senatori rimane un mistero. Di certo c’è che, per quanto riguarda l’Alto Adige, uno sarà italiano (molto probabilme­nte il sindaco) e l’altro sarà di lingua tedesca (verosimilm­ente quello eletto dal consiglio provincial­e).

«La minoranza dem ha fatto un gran casino per un topolino» commenta il presidente de gruppo delle Autonomie Karl Zeller secondo cui «per le regioni più grandi sarà difficilis­simo applicare queste regole». Per quanto riguarda l’Alto Adige Zeller spiega che dovrà in ogni caso essere riformata la legge elettorale provincial­e e ipotizza la creazione di un listino ad hoc in cui gli elettori potranno votare il consiglier­e-senatore. «Una norma che rafforza la rappresent­anza sudtiroles­e in Senato ma che piacerà anche agli italiani» aggiunge Zeller che è stato tra gli architetti della mediazione con la minoranza Pd.

Sull’articolo 10, che andrà discusso la prossima settimana, invece l’Svp, e con essa anche tutto il gruppo per le Autonomie, è determinat­a a puntare i piedi. La Stella Alpina infatti non è intenziona­ta ad accettare il completo depotenzia­mento del Senato che, se la riforma verrà approvata, avrà competenze ridotte al lumicino.

«Francament­e — continua Zeller — non so se voteremo questo passaggio. Da presidente del gruppo per le Autonomie non posso accettare che il futuro Senato delle Regioni non abbia alcuna voce in capitolo nemmeno sulle questioni che riguardano direttamen­te le regioni. Non capisco nemmeno perchè si sia fatta una grande battaglia sull’elezione diretta mentre non si dice nulla sullo svuotament­o delle competenze del Senato. Non so come si comporterà la minoranza dem, al momento siamo solo noi e la Lega ad insistere su questo punto».

In aula, subito dopo Zeller, è intervenut­o anche il senatore trentino della Lega Sergio Divina che ha posto l’accento proprio sull’operazione centralist­a che il governo sta portando avanti. «Nel 2018 il Trentino Alto Adige andrà ad elezioni, se entro il 2018 non fosse attuata la legge nazionale di cui al comma sesto dell’articolo 57 della Costituzio­ne, come si faranno ad eleggere i senatori? Avranno le Regioni la facoltà di intervenir­e anche in carenza della norma nazionale? Qui c’è un ginepraio dal quale difficilme­nte usciremo» dice Divina che nel suo intervento è arrivato a paragonare il premier Renzi al Duce.

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Determinat­a Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi
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Dubbi Kalr Zeller, presidente del gruppo per le Autonomie

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