Divina: «Profughi in caserma, un errore» Il ministero e Zeni: edificio della Provincia
TRENTO Rischiavano di provocare un caso tra Trento e Roma le dichiarazioni del senatore leghista Sergio Divina che in Parlamento ha fatto presente al ministro della Difesa Roberta Pinotti la decisione di accogliere i profughi in arrivo in provincia presso un edificio delle caserme Damiano-Chiesa.
Telefoni roventi, verifiche e poi una nota del Ministero che annunciava «l’impossibilità di verificarsi di situazioni come quella erroneamente riportata»: si può sintetizzare così la giornata di ieri. Ma iniziamo dal principio. «A Trento viene annunciato l’arrivo di 150 migranti che verranno ospitati in una caserma. Il problema è che quella non è una caserma dismessa, ma del tutto attiva che dovrà essere sistemata in termini di viabilità, addirittura transennata». Raggiunto al telefono Divina ha poi parlato di «militari che presidiano la zona, 30 mezzi nell’autorimessa, un’officina, il deposito batterie e un deposito carburante che contiene dagli 80.000 ai 100.000 litri di gasolio di benzina». Ha inoltre sottolineato il «problema sicurezza» («Un civile non ci potrebbe mai entrare»).
Sono seguite diverse telefonate. Tra queste quella tra il ministro Pinotti e Luca Zeni, mediata dall’intervento del senatore Vittorio Fravezzi. Sull’opportunità e sulla fattibilità della questione l’assessore dice: «Ho parlato con il ministro che ha capito la questione». «L’edificio è della Provincia ed è disponibile — chiarisce Zeni — La proprietà della caserma è passata alla Provincia con l’accordo quadro fatto per costruire il carcere, ma era rimasta finora a disposizione dello Stato. Ora abbiamo chiesto che si scorpori l’edificio interessato dal resto della caserma. Sono già in corso i lavori per la sistemazione. Una volta terminata l’ospitalità dei profughi potremmo farci altre attività della Provincia, non tornerà alla caserma». Della restante parte delle Damiano Chiesa dice: «La restituzione non è ancora stata chiesta allo Stato e ci è stato detto che è usata come officina». Infine una nota chiarificatrice del Ministero della Difesa: «La notizia diffusa circa la presunta commistione tra militari e immigrati in una caserma a Trento è falsa. L’edificio destinato ad accogliere gli extracomunitari è di proprietà della Provincia autonoma di Trento ed è semplicemente adiacente all’infrastruttura militare. Non c’è alcuna convivenza tra militari e immigrati. Il Ministero della Difesa ha avviato un’intensa collaborazione con il Ministero dell’Interno rendendo disponibili le infrastrutture militari non più utili alla funzione difesa. Pertanto non è possibile il verificarsi di situazioni come quelle erroneamente riportate».