COLOSSEO CHIUSO E TRAM FERMI QUANDO I SINDACATI ESAGERANO
Hanno fatto scalpore le lunghe file fuori dal Colosseo mentre dentro era in corso un’assemblea sindacale. L’altro ieri, un sindacato minoritario ha bloccato metropolitana e bus di Roma: la Capitale è piombata così nel caos più assoluto e i cittadini, impotenti, non hanno potuto fare altro che accettare, rabbiosi, una situazione che oggettivamente ha superato il limite della decenza. I due fatti mi hanno spinto a una riflessione. Mi sto godendo la pensione, a mio avviso meritata. Nella mia vita professionale ho sempre difeso i sindacati e ancora oggi li considero necessari per la tutela dei lavoratori. Ci vuole però responsabilità. Non si può costringere migliaia di persone a rimanere in coda per ore fuori dal Colosseo o sotto l’acqua davanti a una fermata ad aspettare un bus che mai arriverà. Le assemblee sindacali sono un diritto sacrosanto, sia chiaro. Ma non possono penalizzare intere città. Tali proteste hanno sollevato, ancora una volta, l’urgenza di trovare una soluzione. Un primo passo è stato fare ricadere i beni culturali tra i servizi pubblici essenziali in modo da evitare chiusure selvagge. Il governo, che critico per avere verso i sindacati posizioni molte volte rigide, in questo caso specifico si è mosso tempestivamente trovando una soluzione più che condivisibile. Non potevamo, come Paese, continuare a dare una pessima immagine e trasmettere un senso di impotenza ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre città. Non basta però il governo, anche i sindacati ritengo siano chiamati a fare un salto di qualità, ossia evitare di fare ricadere sui cittadini gli effetti delle loro legittime proteste.
concordo con tutte le sue osservazioni. Il problema, come lei ben sa, non è nuovo. In una società sempre più articolata diventa però ancora più difficile affrontarlo adeguatamente. Il rischio di un ripiegamento nel corporativismo sempre più esasperato è infatti in agguato.
Tendenzialmente l’interesse dei lavoratori e dei loro sindacati dovrebbe essere di scuotere la controparte facendo valere le proprie ragioni, trovando contemporaneamente la maggiore solidarietà possibile da parte di altre categorie e soprattutto di un gran numero di cittadini.
Nel pubblico impiego, in particolare nei servizi pubblici, raggiungere simili obiettivi è molto difficile. Il pericolo di iniziative che appaiano solo corporative è assai elevato. Si isolano i lavoratori dal resto della società e si esasperano i cittadini. Lo sciopero diventa pertanto controproducente pur essendo non solo un diritto ma pure un’arma formidabile di pressione nelle mani dei lavoratori.Per essere però realmente tale bisogna che sia efficace. Va pertanto usata con grande accortezza e buona organizzazione. Devono esserci momenti di confronto regolari ed efficaci tra lavoratori e controparte in modo che si possa almeno tentare di risolvere preventivamente le questioni sul tappeto.