Di Fede lancia le primarie Saranno aperte
L’appello: «Usciamo dal fortino e facciamo pace con la città». Scelta in due tempi
La segretaria del Pd altoatesino Liliana Di Fede lancia una proposta dirompente, ossia di aprire le primarie a tutti i simpatizzanti, non solo ai tesserati. «Non dobbiamo rinchiuderci nel fortino, ma permettere al Pd di fare pace con i bolzanini» è l’appello. Di Fede pensa a una consultazione in due tempi (prima tra candidati del Pd, poi tra rappresentanti della coalizione).
BOLZANO Primarie aperte a tutti i simpatizzanti, non solo ai tesserati. «Non dobbiamo rinchiuderci nel fortino, ma permettere al Pd di fare pace con i bolzanini». È l’appello lanciato alla base democratica dalla segretaria Liliana Di Fede, che pensa a una consultazione in due tempi (prima tra candidati del Pd, poi tra rappresentanti della coalizione).
Negli ultimi tempi, a livello nazionale,il Pd è diventato più prudente sulle primarie: dopo ripetute denunce di consultazioni alterate dall’esterno, in molti ritengono indispensabile restringere ai soli tesserati l’accesso alle primarie.Ma Di Fede, in un momento difficilissimo per la politica bolzanina, gioca all’attacco con una proposta in controtendenza. «Dopo le recenti vicende —scrive su Facebook la segretaria —, il nostro partito si trova davanti un’occasione storica di rinnovamento e di superamento di vecchie logiche correntizie paralizzanti. Abbiamo alle spalle una stagione difficile, culminata con le dimissioni del nostro sindaco, e credo sia il momento di assumere un’adeguata iniziativa politica che dovrà portare nei prossimi mesi all’individuazione di programmi e candidati idonei al governo della città di Bolzano insieme ai nostri alleati. La mia proposta è che il programma venga costruito con modalità realmente partecipative ricercando il dialogo con la città, e che le indicazioni sui candidati siano adottate attraverso primarie trasparenti, aperte e corrette». Di Fede sviscera il concetto. «Credo in un Pd —prosegue — che punti sull’innovazione, sul dialogo con le associazioni e il territorio e che, pur nel rispetto degli altri partiti, svolga la sua azione senza paura di affermare la propria forza come baricentro della politica cittadina. Non credo invece in decisioni verticistiche e nemmeno in un partito che anziché aprirsi alla città si rinchiuda nel ridotto fortino dei soli iscritti, mi parrebbe una soluzione di corto respiro tra l’altro non adatta alla straordinarietà della situazione. Dopo la crisi di giunta a soli quattro mesi dalle ultime elezioni, il Pd deve fare pace con Bolzano e con i bolzanini».
Al telefono, Di Fede conferma: «Penso a primarie aperte non solo ai tesserati. Ciò comporta qualche rischio, ma dobbiamo correrlo». L’idea è di una consultazione in due tempi.«Secondo il mio punto di vista — prosegue la segretaria —, per far sì che si tratti di vere primarie sarebbe opportuno in primo luogo svolgerle all’interno del partito, dove ogni candidato potrà illustrare il proprio programma e la propria visione della città. Una volta che la nostra base si sarà espressa, il prescelto sarà a disposizione per eventuali primarie di coalizione, qualora i nostri alleati dovessero richiederle. Abbiamo dalla nostra parte tutto il tempo necessario, ed è un’occasione unica. Naturalmente dovremo discutere dei regolamenti e dei criteri. Purché però vi sia un approccio mentale di apertura, non finalizzato alla divisione ma alla crescita e alla valorizzazione del patrimonio culturale dei democratici di Bolzano. Negli anni passati abbiamo litigato troppo, forse trascurando quel che invece, insieme, siamo in grado di poter offrire. Ed è interesse di tutti noi cambiare passo, se vogliamo intercettare il futuro».