Corriere dell'Alto Adige

La delusione degli ecosociali «Vince la Bolzano privata» Scolari: le criticità si vedranno

- Marika Damaggio

BOLZANO Mezzi e risorse per il battage mediatico, si sa, erano ben diversi. L’ intensità dei contenuti, tuttavia, era la medesima. «Per questo ho la coscienza a posto: ho fatto il mio dovere come cittadino», riflette l’architetto e urbanista Luigi Scolari, anima del comitato «No Kaufhaus». L’esito del referendum non spegne le convinzion­i del profession­ista: «Il tempo ci darà ragione — spiega — i riflessi sul traffico e le criticità di uno spazio privatizza­to si renderanno visibili». Dello stesso avviso anche Verdi e Sel, da sempre scettici verso il progetto spinto da Re né Benko.

A incidere sull’esito, nel- l’analisi post-spoglio di Scolari, ricorrono più fattori. Il primo, a suo dire, è legato all’immediatez­za degli slogan scelti dai promotori del progettoBe­nko. «Chi non darebbe il proprio assenso se si parla di ridurre il degrado e favorire il rilancio della città? Tutti lo vogliam o—dice—Tuttavia questa è una semplifica­zione eccessiva. Viceversa, la complessit­à delle nostre osservazio­ni, di natura urbanistic­a, solleva questioni più profonde, non banalizzab­ili».

Scolari rimarca l’impatto, ambientale e per certi versi ontologico, sul capoluogo. «L’incremento del traffico in una città come Bolzano, che non è dotata di strutture viarie adatte allo scorriment­o da nord a sud, si farà sentire». Ma non è tutto, alla fonte c ’è la perdita di una chance per l’ amministra­zione pubblica di programmar­e i propri spazi: «Nulla contro un investitor­e, sia chiaro, ma i liberi spazi pubblici, fruibili dall’intera popolazion­e, non vanno venduti».

La stessa analisi riecheggia nelle parole dei Verdi: «Vince la città privata—scrive il partito in una nota—Questo risultato è un successo per Benko, per Hager, per tutti quelli che hanno lavorato e speso somme ingenti per raggiunger­e questo consenso».

Di più: «Accettiamo democratic­amente un voto che non possiamo comunque ritenere democratic­o. Troppa manipolazi­one, troppo potere sono stati messi in campo. Questo ci fa continuare a dubitare se sia anche un successo per la città, il suo sviluppo, la sua vita quotidiana, i suoi modelli culturali, la sua convivenza, il suo ambiente e la sua democrazia».

Lo stesso scoramento emerge tra le fila di Sel: «Alla fine nonostante l ’ i nfo r mazione istituzion­ale a senso unico, supportata da una costosissi­ma e invasiva campagna pubblicita­ria al di fuori di ogni regol a , appoggiata convintame­nte anche dalla maggioranz­a dei media, delle forze politiche e delle istituzion­i, senza dimenticar­e le ben 72 ore di apertura dei seggi ha risposto sì esplicitam­ente solo il 25% degli aventi diritto al sondaggio».

Con simili numeri, per Sinistra ecologia e libertà, il via libera al megastore non è scontato: «Il commissari­o — concludono — non è affatto legittimat­o politicame­nte, istituzion­almente e anche moralmente a ratificare alcunché».

L’impatto sul traffico del capoluogo ci darà ragione Sel Solo il 25% favorevole Penta non è legittimat­o a decidere alcunché

 ??  ?? Simbolo L’enorme cavallo che il fronte del «No a Benko» aveva portato i n pieno centro
Simbolo L’enorme cavallo che il fronte del «No a Benko» aveva portato i n pieno centro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy