La delusione degli ecosociali «Vince la Bolzano privata» Scolari: le criticità si vedranno
BOLZANO Mezzi e risorse per il battage mediatico, si sa, erano ben diversi. L’ intensità dei contenuti, tuttavia, era la medesima. «Per questo ho la coscienza a posto: ho fatto il mio dovere come cittadino», riflette l’architetto e urbanista Luigi Scolari, anima del comitato «No Kaufhaus». L’esito del referendum non spegne le convinzioni del professionista: «Il tempo ci darà ragione — spiega — i riflessi sul traffico e le criticità di uno spazio privatizzato si renderanno visibili». Dello stesso avviso anche Verdi e Sel, da sempre scettici verso il progetto spinto da Re né Benko.
A incidere sull’esito, nel- l’analisi post-spoglio di Scolari, ricorrono più fattori. Il primo, a suo dire, è legato all’immediatezza degli slogan scelti dai promotori del progettoBenko. «Chi non darebbe il proprio assenso se si parla di ridurre il degrado e favorire il rilancio della città? Tutti lo vogliam o—dice—Tuttavia questa è una semplificazione eccessiva. Viceversa, la complessità delle nostre osservazioni, di natura urbanistica, solleva questioni più profonde, non banalizzabili».
Scolari rimarca l’impatto, ambientale e per certi versi ontologico, sul capoluogo. «L’incremento del traffico in una città come Bolzano, che non è dotata di strutture viarie adatte allo scorrimento da nord a sud, si farà sentire». Ma non è tutto, alla fonte c ’è la perdita di una chance per l’ amministrazione pubblica di programmare i propri spazi: «Nulla contro un investitore, sia chiaro, ma i liberi spazi pubblici, fruibili dall’intera popolazione, non vanno venduti».
La stessa analisi riecheggia nelle parole dei Verdi: «Vince la città privata—scrive il partito in una nota—Questo risultato è un successo per Benko, per Hager, per tutti quelli che hanno lavorato e speso somme ingenti per raggiungere questo consenso».
Di più: «Accettiamo democraticamente un voto che non possiamo comunque ritenere democratico. Troppa manipolazione, troppo potere sono stati messi in campo. Questo ci fa continuare a dubitare se sia anche un successo per la città, il suo sviluppo, la sua vita quotidiana, i suoi modelli culturali, la sua convivenza, il suo ambiente e la sua democrazia».
Lo stesso scoramento emerge tra le fila di Sel: «Alla fine nonostante l ’ i nfo r mazione istituzionale a senso unico, supportata da una costosissima e invasiva campagna pubblicitaria al di fuori di ogni regol a , appoggiata convintamente anche dalla maggioranza dei media, delle forze politiche e delle istituzioni, senza dimenticare le ben 72 ore di apertura dei seggi ha risposto sì esplicitamente solo il 25% degli aventi diritto al sondaggio».
Con simili numeri, per Sinistra ecologia e libertà, il via libera al megastore non è scontato: «Il commissario — concludono — non è affatto legittimato politicamente, istituzionalmente e anche moralmente a ratificare alcunché».
L’impatto sul traffico del capoluogo ci darà ragione Sel Solo il 25% favorevole Penta non è legittimato a decidere alcunché