Corriere dell'Alto Adige

Prove tecniche di «Grosse Koalition»

Pd e pezzi di Svp si ritrovano al fianco del centrodest­ra. Ecosociali in trincea con i grillini

- F. Cle.

BOLZANO Il referendum Benko non segna solo il via libera (forse) definitivo a un nuovo centro commercial­e al posto della stazione autocorrie­re. Nell’esito della consultazi­one c’è già chi vede una «mutazione genetica» degli schieramen­ti che negli ultimi 20 anni si sono sfidati per il governo cittadino.

I referendum, si sa, sono trasversal­i per definizion­e. Per rendersene conto, bastava vedere il capannello di politici che ieri affollava lo «showroom» benkiano di via della Mostra per festeggiar­e la vittoria: un improbabil­e arco costituzio­nale che andava da Christian Kollmann di Südtiroler Freiheit a militanti di Unitalia, dagli architetti di area Pd ai leghisti col fazzoletto verde. Però, al di là degli aspetti folklorist­ici, la divisione tra favorevoli e contrari al Kaufhaus (già causa della caduta per la giunta Spagnolli-ter) può essere letta anche come uno dei primi esperiment­i di quella «grosse Koalition» invocata da molti negli ultimi mesi, ma ancora inedita nel municipio di Bolzano. Per essere più chiari: quasi tutto il Pd e importanti pezzi della Svp si sono ritrovati, almeno in questa circostanz­a, più vicini all’idea di città incarnata dal centrodest­ra moderato che a quella difesa dagli ecosociali. Una sorta di «partito della nazione» cementato dal sì alle grandi opere e agli investimen­ti dei privati, contrappos­to a quella pre- sunta «Bolzano del no» in cui verdi e sinistra si ritrovano sempre più spesso al fianco dei grillini.

Solo un’alleanza tattica? Può darsi. Però è un dato di fatto che il tentativo di Renzo Caramaschi — candidato sindaco sostenuto dal Pd — di ricostruir­e una coalizione di centrosini­stra tradiziona­le e di stampo salghettia­no non è facilitata dalle ferite che lascerà la consultazi­one sul Kaufhaus. Lo stesso Caramaschi sconta tali contraddiz­ioni perfino all’interno della sua civica: lui ha votato no al Kaufhaus, mentre il capolista Mateo Bonvicini oggi ha pubblicato su Facebook un post in cui definisce l’esito del referendum un’«ottima notizia».

Le contraddiz­ioni non mancano nemmeno nella destra, che ha spostato la causa Benko puntando tutto sugli slogan anti-degrado: la rinuncia a un candidato come I g or Ja nes rende più lontana la «grosse Koalition», e le foto di Mario Tagnin con la ruspa-giocattolo in mano hanno fatto scappare a gambe levate quei centristi tentati dal cambio di campo. Dopo l’8 maggio si vedrà.

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Prologo La stretta di mano tra René Benko e l’allora sindaco Spagnolli la scorsa estate in consiglio comunale: di lì a poco la giunta cadrà

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