Sindaco, una corsa a tredici Vince la frammentazione
La documentazione al vaglio dei funzionari. Diversi candidati rischiano l’esclusione Le donne son un terzo del totale. Tanti volti nuovi, ma la vecchia guardia resiste
BOLZANO Rien va plus. Il gergo dei croupier è forse il più adatto a descrivere una tornata elettorale che somiglia ad un giro di roulette. Anche senza pensare della Kabala, Tredici candidati sindaco e 17 liste sono un record per una città di Provincia ma la politica bolzanina ha ormai fatto dell’autoreferenzialità il suo marchio di fabbrica.
La legge che avrebbe dovuto ridurre la frammentazione ha sì ridotto il numero di liste (si è passati da 18 a 17) ma ha prodotto cinque nuovi candidati sindaci. Il vincitore, chiunque sia, dovrà penare per costruire una coalizione che abbia i numeri per governare.
Il numero di candidati che si presentano al via è impressionante: 483 più 13 candidati sindaco. In tutto 496 persone. Della serie: ogni venti residenti c ’è un candidato. Pratica- mente uno in ogni condominio.
Tanto il centrodestra quanto il centrosinistra si presentano all’appuntamento divise in mille rivoli. La coalizione più grossa è quella che sostiene Renzo Caramaschi. Tre Liste — Pd, Civica per Caramaschi e La sinistra — per un totale di 113 candidati tra cui tanti consiglieri uscenti. L’inossidabile Guido Margheri per La sinistra; Giovanni Barborini, Silverio Barbieri, Matteo Bonvicini e Claudia De Lorenzo nella civica; Mauro Randi, Monica Franch, Franca Berti e Sandro Repetto che ha faticosamente ottenuto il posto di capolista nel Pd. Tant i a nche i nomi nuovi anche se il grosso della squadra ha già una lunga lista di candidature alle spalle.
A sostegno di Mario Tagnin invece scendono in campo 81 candidati: 31 sotto il simbolo della Lega Nord e 50 nel listone Uniti per Bolzano in cui sono confluiti Alto Adige nel cuore, Forza Italia e Unitalia.
La terza coalizione è quella che sostiene Norbert Lantscher: 15 candidati di Rifondaz i one e 29 dei ve rdi . Maria Laura Lorenzini guida la lista ecologista, Lorenzo Vianini quella comunista. Rispetto allo scorso anno non ci sono nè Cecilia Stefanelli nè Luigi Gallo che si sono defilati.
Poi ci sono i 10 che corrono da soli, quali siano le chance di passare il 3% è difficile dirlo visto che con una simile concorrenza azzardare previsioni è impossibile.
L’ex deputato Giorgio Holzmann ha riunito sotto un unico simbolo diverse anime dell a dest r a l ocal e : da Fr a te ll i d’Italia ai Conservatori riformisti, dalla Lista Benussi, al Nuovo Psi e pure il popolo per la Famiglia. Sempre nel centrodestra pesca la lista Pensionati guidata dall’ex Forza Italia Fr a n c o Mur an o . A de s t r a , estrema, c’è anche Casapound che rimasta orfana di Benussi stavolta schiera Maurizio Puglisi Ghizzi.
Al centro è sfida serrata. Ci sono Angelo Gennaccaro di Io sto con Bolzano che ci riprova dopo il 3,4% ottenuto lo scorso anno. La lista di Elena Artioli a cui il Pd ha impedito di candidarsi alle primarie e pure pesca tra l’elettorato centrista. Lo stesso si potrebbe dire di Bolzano su l l ’o n d a , la lista «benkiana» di Anna Pitarelli che ha dovuto fare i conti con il forfait di un gruppo di candidate che all’ultimo si sono tirate indietro.
Infine i contestatori. Il Movimento 5 stelle che sarà guidato da Caterina Pifano e I love my town che invece schiera Vanja Zappetti, pure lui escluso dalle primarie di centrosinistra. Su quasi 500 candidati poco meno di un terzo sono donne (144) e rispetto al passato si registra un’impennata di stranieri che stavolta sono almeno una ventina divisi in quasi tutte le liste.
Infine l’Svp che dopo 10 anni presenta un proprio candidato sindaco: Christoph Baur, primo di una squadra di 26 candidati.
Le cifre Il quorum è al 3% per i partiti Il 7% per le alleanze Gli aspiranti sindaci del capoluogo non erano mai stati così numerosi Le soglie non hanno fatto effetto