Corriere dell'Alto Adige

LA LINEA DURA DEGLI AUSTRIACI DETTATA DA CALCOLI ELETTORALI

- Claudia Fonti,

Sono piuttosto perplessa riguardo la sequela di annunci, smentite e rilanci vari da parte del governo austriaco circa la chiusura del confine. In un primo momento è stata paventata la creazione di una vera e propria «zona di attesa» sul modello di Spielfeld, cittadina al confine tra Austria e Slovenia. Poi, invece, sono state annunciate barriere metalliche e corsie apposite per controllar­e gli automobili­sti e i camion. A oggi, però, nulla c’è di tutto questo e i continui interventi a mezzo stampa del governo di Vienna sembrano essere più avvertimen­ti che preavvisi di azioni concrete. Mi pare che tale atteggiame­nto stia peraltro solo esacerband­o gli animi e incentivan­do le tensioni: sembra quasi che gli austriaci sperino di scoraggiar­e gli stessi migranti a intraprend­ere il viaggio verso l’Austria e il nord Europa puntando su titoli di giornali e dichiarazi­oni allarmisti­che. Dubito però che basti una misura del genere per far cambiare idea a chi scappa dal proprio Paese, magari da una guerra o una dittatura. Pensare che basti un muro o una barriera metallica per fermare la determinaz­ione di chi è in cerca di condizioni di vita migliori mi sembra un’illusione di per sé. Credo che la sequela di annunci e rinvii si stia ritorcendo contro l’Austria stessa e la sua credibilit­à. scrivono dal ministero: «Come da telefonata intercorsa le segnaliamo che i tecnici stanno già lavorando al fine di poter stampare le carte «Io Studio Postepay» in tutta sicurezza per i dati degli studenti di Bolzano. Infatti, il progetto «Io Studio Postepay» è nato come sperimenta­zione nel 2013/2014 e si sta provvedend­o a risolvere tutte le anomalie Gentile signora Fonti, he la linea di comportame­nto viennese — non ultime le bellicose dichiarazi­oni del ministro della difesa Doskozil sull’invio di soldati al Brennero e agli altri confini d’Austria ritenuti a rischio immigrati — non stia solo, come lei scrive, esacerband­o gli animi, è fuor di dubbio. Lo dimostrano le reazioni molto preoccupat­e anche dei più autorevoli esponenti Svp che pure vedono nell’Austria la propria madrepatri­a, la quale in questo periodo si è quasi dimenticat­a di avere figli al di là del confine. Temo proprio, però — e i fatti avvenuti a Spielfeld e nei Balcani lo confermano — che l’Austria stia facendo assolutame­nte sul serio dopo aver scelto la cosiddetta linea dura in materia.

A mio giudizio, le ragioni sono prevalente­mente elettorali (a breve si vota per l’elezione del presidente della Repubblica): si teme una forte svolta a destra e dunque, pensando di contrastar­la, si fa la politica della destra. Le conseguenz­e? Speriamo in bene, ma non c’è da essere ottimisti. Tanto più che nell’attuale agitato e confuso momento si sono già inseriti elementi di estrema destra — veri neofascist­i e neonazisti di Italia e Germania — con il corteo di Bolzano che trovo estremamen­te preoccupan­te, oltre ai ribellisti nostrani sempre pronti a menar le mani appena trovano l’occasione.

Cche di volta in volta risultano». In pratica mi dicono che il database degli studenti di Bolzano non si allinea con quelli del ministero dell’Istruzione dal 2013. Accipicchi­a alla faccia della «Buona scuola» e alla digitalizz­azione delle informazio­ni scolastich­e, registri, verbali ed acquisti del materiale con il centro di acquisti unificato (quest’ultimo vero gine- praio burocratic­o amministra­tivo), vuoi vedere che adesso, che tutto è digitalizz­ato, nessuno riesce più a leggere qualche semplice dato di uno studente di Bolzano?

Sarà mica che il database, riportando i nomi dei record in tedesco e ladino, non viene accettato da Roma? Francesco Bragadin,

BOLZANO

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