LA LINEA DURA DEGLI AUSTRIACI DETTATA DA CALCOLI ELETTORALI
Sono piuttosto perplessa riguardo la sequela di annunci, smentite e rilanci vari da parte del governo austriaco circa la chiusura del confine. In un primo momento è stata paventata la creazione di una vera e propria «zona di attesa» sul modello di Spielfeld, cittadina al confine tra Austria e Slovenia. Poi, invece, sono state annunciate barriere metalliche e corsie apposite per controllare gli automobilisti e i camion. A oggi, però, nulla c’è di tutto questo e i continui interventi a mezzo stampa del governo di Vienna sembrano essere più avvertimenti che preavvisi di azioni concrete. Mi pare che tale atteggiamento stia peraltro solo esacerbando gli animi e incentivando le tensioni: sembra quasi che gli austriaci sperino di scoraggiare gli stessi migranti a intraprendere il viaggio verso l’Austria e il nord Europa puntando su titoli di giornali e dichiarazioni allarmistiche. Dubito però che basti una misura del genere per far cambiare idea a chi scappa dal proprio Paese, magari da una guerra o una dittatura. Pensare che basti un muro o una barriera metallica per fermare la determinazione di chi è in cerca di condizioni di vita migliori mi sembra un’illusione di per sé. Credo che la sequela di annunci e rinvii si stia ritorcendo contro l’Austria stessa e la sua credibilità. scrivono dal ministero: «Come da telefonata intercorsa le segnaliamo che i tecnici stanno già lavorando al fine di poter stampare le carte «Io Studio Postepay» in tutta sicurezza per i dati degli studenti di Bolzano. Infatti, il progetto «Io Studio Postepay» è nato come sperimentazione nel 2013/2014 e si sta provvedendo a risolvere tutte le anomalie Gentile signora Fonti, he la linea di comportamento viennese — non ultime le bellicose dichiarazioni del ministro della difesa Doskozil sull’invio di soldati al Brennero e agli altri confini d’Austria ritenuti a rischio immigrati — non stia solo, come lei scrive, esacerbando gli animi, è fuor di dubbio. Lo dimostrano le reazioni molto preoccupate anche dei più autorevoli esponenti Svp che pure vedono nell’Austria la propria madrepatria, la quale in questo periodo si è quasi dimenticata di avere figli al di là del confine. Temo proprio, però — e i fatti avvenuti a Spielfeld e nei Balcani lo confermano — che l’Austria stia facendo assolutamente sul serio dopo aver scelto la cosiddetta linea dura in materia.
A mio giudizio, le ragioni sono prevalentemente elettorali (a breve si vota per l’elezione del presidente della Repubblica): si teme una forte svolta a destra e dunque, pensando di contrastarla, si fa la politica della destra. Le conseguenze? Speriamo in bene, ma non c’è da essere ottimisti. Tanto più che nell’attuale agitato e confuso momento si sono già inseriti elementi di estrema destra — veri neofascisti e neonazisti di Italia e Germania — con il corteo di Bolzano che trovo estremamente preoccupante, oltre ai ribellisti nostrani sempre pronti a menar le mani appena trovano l’occasione.
Cche di volta in volta risultano». In pratica mi dicono che il database degli studenti di Bolzano non si allinea con quelli del ministero dell’Istruzione dal 2013. Accipicchia alla faccia della «Buona scuola» e alla digitalizzazione delle informazioni scolastiche, registri, verbali ed acquisti del materiale con il centro di acquisti unificato (quest’ultimo vero gine- praio burocratico amministrativo), vuoi vedere che adesso, che tutto è digitalizzato, nessuno riesce più a leggere qualche semplice dato di uno studente di Bolzano?
Sarà mica che il database, riportando i nomi dei record in tedesco e ladino, non viene accettato da Roma? Francesco Bragadin,
BOLZANO