«Bcc, autonomia per Trento e Bolzano»
Credito cooperativo, Panizza interviene in Senato. Oggi il voto finale
BOLZANO Prima la relazione, poi la discussione generale. Oggi il governo porrà la questione di fiducia, così come fatto alla Camera. Risultato: il decreto di riforma del sistema del credito cooperativo si avvia alla sua approvazione definitiva, nella seconda lettura in Senato.
A parlare a nome del Gruppo autonomie e, in particolare, per le Province di Trento e Bolzano, ieri è stato Franco Panizza. Il tema, si sa, sta a cuore all’Alto Adige. Il provvedimento licenziato dal consiglio dei ministri e successivamente corretto da emendamento ad hoc, introduce la possibilità per la Federazione Raiffeisen di costituire holding a sé.
«L’impegno di autonomisti, istituzioni locali, delegazione parlamentare e credito cooperativo ha prodotto risultati come quello che, all’art. 37 bis di modifica del Testo unico bancario, prevede per le Bcc delle Province autonome la possibilità di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi, così come la possibilità che il ministro possa stabilire le modalità e i criteri per assicurare il riconoscimento e la salvaguardia delle peculiarità linguistiche e culturali delle Bcc delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano», ha detto il senatore trentino.
«Il mio auspicio — ha aggiunto — è che gli impegni politici assunti dall’esecutivo, anche attraverso l’accoglimento di alcuni emendamenti e delle sollecitazioni della delegazione parlamentare del Trentino-Alto Adige/Südtirol, siano rispettati e che ai sottogruppi territoriali, introdotti grazie ai nostri emendamenti, possa essere riconosciuto il giusto grado di autonomia».
«Un altro aspetto sul quale sarà importante intervenire — ha insistito Panizza — è il poter prevedere che i benefici fiscali dell’attività svolta dalle Casse Rurali rimangano sul territorio di cui sono diretta espressione. Non è possibile immaginare una configurazione diversa, in quanto verrebbero depauperate proprio quelle comunità e quei territori che producono ricchezza».
«Il credito cooperativo è nato per svolgere una funzione di carattere sociale. A questa sua missione deve essere sempre ricondotto, pena la perdita di un patrimonio di valori, di responsabilità e di protagonismo dei territori ai quali sarebbe assurdo dover rinunciare», ha concluso Panizza.