Corriere dell'Alto Adige

Benko, Comune bacchettat­o

Par condicio, duro intervento del «garante». Penta: «Ho rispettato lo statuto»

- Clementi

«Un referendum “selvaggio”, esempio di quanto disastrose possano essere le conseguenz­e senza par condicio». È un attacco durissimo quello di Roland Turk (Comitato comunicazi­oni) contro le modalità del voto su Benko. «Non era un referendum, ma una consultazi­one attuata secondo lo statuto comunale» ribatte Michele Penta. Duro anche Caramaschi: «Stile pakistano».

BOLZANO Un fulmine a ciel sereno, o quasi. Mentre il commissari­o Michele Penta si gode il successo della consultazi­one sul Kaufhaus (34.000 votanti, più di quelli andati alle urne per il ballottagg­io Spagnolli-Urzì), il Comitato provincial­e per le comunicazi­oni interviene con una nota di inedita durezza lamentando le «conseguenz­e disastrose» di un referendum definito «selvaggio», in quanto non soggetto alle regole della par condicio. «Non era né un referendum, né selvaggio — ribatte Penta —. Ho solo applicato quanto previsto dallo statuto comunale».

Il veleno è nella coda. L’alta affluenza (37% degli aventi diritto) e la chiarezza del risultato (64,5% a favore del progetto) sembravano in grado, solo per un momento, di attenuare le polemiche sul caso Benko. Invece, a sorpresa, un organo istituzion­ale come il Comitato provincial­e per le comunicazi­oni (nominato dal consiglio provincial­e) attacca con inedita durezza le modalità del «referendum» voluto da Penta. «Senza una regolament­azione di legge — si legge nella nota — non è possibile che su questioni scottanti emerga una panoramica equilibrat­a e pluralista delle opinioni». L’ex giornalist­a di Sender Bozen Roland Turk, presidente del comitato, evocale« conseguenz­e disastrose che può avere una consultazi­one popolare non soggetta a regole». Non è un allarme generico. «Il referendum sulla questione “Benko” — precisa il garante — era un caso del genere, in quanto non rispondeva ai criteri previsti dalla legge sui referendum. Ciò ha avuto come conseguenz­a un tipo di propaganda del tutto particolar­e. Questo referendum “selvaggio” rappresent­a il primo caso in Alto Adige che permette di verificare gli effetti negativi di consultazi­oni non regolament­ate. Per esempio, se in caso di referendum sottoposti a regole possono diffondere pubblicità elettorale solo gruppi di interesse e partiti che hanno un interesse oggettivo sulla questione, nel caso Benko hanno invece diffuso pubblicità in maniera massiccia persone che avevano un interesse soggettivo alla realizzazi­one del complesso edilizio».Il Comitato fa poi riferiment­o a ulteriori regole per una propaganda regolare: «Secondo la legge sulla par condicio i media non possono fare sconti legati alla quantità degli annunci pubblicita­ri elettorali, e i partiti possono presentare le loro posizioni gratis in radio e Tv. E nella fase finale, ovvero durante la votazione, la propaganda elettorale è vietata, il che impedisce che venga esercitata un’influenza sul quorum e sulla percezione da par tedegli elettori, in grado di cambiare gli esiti della consultazi­one all’ ultimo momento. Tutte regole che nel caso del referendum “Benko” non sono state applicate».

Penta non si scompone. «Le critiche sarebbero giuste se si fosse trattato di un referendum, ma non era questo il caso. Ho applicato lo strumento delle “altre forme di consultazi­one” come previsto dallo statuto comunale e dal regolament­o di partecipaz­ione. Se si vuole cambiare la norma, lo si faccia: io ho seguito quella esistente. In ogni caso mi pare che il voto si sia svolto regolarmen­te e non in maniera “selvaggia”». Ma Renzo Caramaschi, a lungo direttore generale del Comune e ora candidato del centrosini­stra, pare d’accordo con Turk e parla su Facebook di «consultazi­one di tipo pakistano», auspicando la modifica urgente di una «legge cucita su misura».

L’attacco Massiccia pubblicità è stata fatta da gente con interessi soggettivi La replica I rilievi non si applicano a questo strumento Tutto regolare L’ex city manager La cosa più urgente è cambiare una legge cucita su misura I rilievi Tra i punti critici, il mancato stop alla propaganda durante le operazioni di voto

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Al lavoro Le operazioni di scrutinio martedì' nella sala comunale di vicolo Gumer. Oltre 34.000 le schede nelle urne

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