UN PENSIERO ARTICOLATO
Campare senza preoccupazioni sarebbe bello, ma tutti sappiamo che è impossibile. Ciò vale anche per la sicurezza, termine che nelle sue radici etimologiche latine significa proprio «senza preoccupazione». Nemmeno se un’intera armata occupasse la nostra casa, potremmo pensare di essere perfettamente e in eterno sicuri. È un ragionamento che non nasconde alcun retro pensiero. Non indulge al fatalismo né vuole minimizzare le minacce e gli attentati al nostro quieto vivere, di cui siamo spesso spettatori o peggio vittime. L’ordine pubblico è una conquista civile, la sicurezza un bene comune da difendere, ma non possiamo appaltarli solo alla forza pubblica. Una città più sicura non è una città più militarizzata, è una città anche un po’ più giusta. Essendo molte le cause per cui si alimenta una sorta di ansietà nella popolazione, molte devono essere anche le risposte e nei più diversi ambiti: da quello sociale a quello del disegno dello spazio urbano, dalla cultura all’azione di repressione del crimine.
Si è mosso in tale direzione il Forum europeo per la sicurezza urbana, che raccoglie centinaia di città, regioni e province d’Europa, Italia compresa, e opera nel campo della prevenzione del crimine nonché per l’implementazione di politiche che favoriscano un maggior livello di sicurezza. Nel 2006, venne varato il Manifesto di Saragozza (dal nome della città dove si tenne la discussione) nel quale si fissano alcune coordinate di intervento in materia di sicurezza urbana e democrazia nelle città. E già quest’ultimo ci pare un binomio inscindibile. Anche Bolzano aderisce alla sezione italiana del Forum ed è una buona notizia. Nei dodici punti che compongono il manifesto, si dice tra l’altro che l’accesso ai diritti contribuisce a facilitare il diritto alla sicurezza, che combattere la criminalità significa anche contrastare le sue cause profonde (esclusione sociale, discriminazioni, disuguaglianze), che si deve operare per dare respiro a una cultura dell’integrazione, che bisogna bandire razzismo e violenza. Un lavoro, si legge sempre nel manifesto, che va affrontato e impostato con un approccio integrato e multisettoriale.
Il tema sicurezza è già diventato centrale nella campagna elettorale in corso e lo sarà probabilmente sempre di più con l’avvicinarsi delle elezioni. Tra una chiamata dell’esercito sulle strade e l’espulsione immediata degli immigrati, forse c’è ancora spazio per qualche pensiero più articolato.