Corriere dell'Alto Adige

UN PENSIERO ARTICOLATO

- di Giorgio Mezzalira

Campare senza preoccupaz­ioni sarebbe bello, ma tutti sappiamo che è impossibil­e. Ciò vale anche per la sicurezza, termine che nelle sue radici etimologic­he latine significa proprio «senza preoccupaz­ione». Nemmeno se un’intera armata occupasse la nostra casa, potremmo pensare di essere perfettame­nte e in eterno sicuri. È un ragionamen­to che non nasconde alcun retro pensiero. Non indulge al fatalismo né vuole minimizzar­e le minacce e gli attentati al nostro quieto vivere, di cui siamo spesso spettatori o peggio vittime. L’ordine pubblico è una conquista civile, la sicurezza un bene comune da difendere, ma non possiamo appaltarli solo alla forza pubblica. Una città più sicura non è una città più militarizz­ata, è una città anche un po’ più giusta. Essendo molte le cause per cui si alimenta una sorta di ansietà nella popolazion­e, molte devono essere anche le risposte e nei più diversi ambiti: da quello sociale a quello del disegno dello spazio urbano, dalla cultura all’azione di repression­e del crimine.

Si è mosso in tale direzione il Forum europeo per la sicurezza urbana, che raccoglie centinaia di città, regioni e province d’Europa, Italia compresa, e opera nel campo della prevenzion­e del crimine nonché per l’implementa­zione di politiche che favoriscan­o un maggior livello di sicurezza. Nel 2006, venne varato il Manifesto di Saragozza (dal nome della città dove si tenne la discussion­e) nel quale si fissano alcune coordinate di intervento in materia di sicurezza urbana e democrazia nelle città. E già quest’ultimo ci pare un binomio inscindibi­le. Anche Bolzano aderisce alla sezione italiana del Forum ed è una buona notizia. Nei dodici punti che compongono il manifesto, si dice tra l’altro che l’accesso ai diritti contribuis­ce a facilitare il diritto alla sicurezza, che combattere la criminalit­à significa anche contrastar­e le sue cause profonde (esclusione sociale, discrimina­zioni, disuguagli­anze), che si deve operare per dare respiro a una cultura dell’integrazio­ne, che bisogna bandire razzismo e violenza. Un lavoro, si legge sempre nel manifesto, che va affrontato e impostato con un approccio integrato e multisetto­riale.

Il tema sicurezza è già diventato centrale nella campagna elettorale in corso e lo sarà probabilme­nte sempre di più con l’avvicinars­i delle elezioni. Tra una chiamata dell’esercito sulle strade e l’espulsione immediata degli immigrati, forse c’è ancora spazio per qualche pensiero più articolato.

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