Stadio Druso, calcio solidale con i migranti
Torneo con i migranti allo stadio Druso. Baumgartner: diamo una mano
Giornata di festa sportiva solidale allo stadio Druso. Tre squadre di migranti—coni nn est iSüdtirol— hanno giocatot radi loro. Il presidente Baumgartner: «La nostra società è per l’integrazione».
C’ è chi arriva dal Gambia, chi dal Ghana, qualcuno dal Mali o dal Senegal, ma i 32 richiedenti asilo accolti in Alto Adige e protagonisti di un torneo molto speciale tenutosi ieri allo stadio Druso, una grande passione in comune ce l’ hanno: il calcio. Un amore che li lega anche ai giocatori dell’Fc Alto Adige e della sua giovanile, che volentieri si sono «infiltrati» tra le tre squadre del torneo triangolare, bianchi, gialli e azzurri, per un pomeriggio all’insegna del gioco e della convivialità.
«Dove c’ è lo sport c’ è fraternità e non c’ è guerra », commenta Salvatore Giuliana dell’ associ azione Volontarius, che insieme alla Caritas ha organizzato l’iniziativa. Tanti volontari e operatori hanno invece accompagnato le decine di richiedenti asilo, provenienti da diverse strutture dell’Alto Adige, per assistere al torneo dagli spalti: un tifo colorato e acceso quello che ha animato latri bunaZanvettor,c on i bonghi a scandire il ritmo delle partite, tra goal, calci di ri- gore e fuorigioco. Il calcio d’inizio del primo match tocca a Walter Bau mg art ner,pr esidente dell’ Fc Alto Adige: «Questo è un evento importante, soprattutto in questo periodo poco felice a livello mondiale ed europeo. Il mes- saggio che vogliamo mandare è che il calcio unisce e che vogliamo dare una mano a chi sta male. Il nostro è un messaggio di integrazione».
Tra «ola», rullo di tamburi, a tirare un calcio d’inizio, questa volta, l’assessora provinciale alle politiche sociali Martha Stocker, che insieme al presidente Baumgartner dà ufficialmente il via alla partita, stravinta dagli azzurri con due goal. La finalissima se lac ontendono dunque azzurri e gialli, accompagnati fino all’ultimo minuto e ad ogni goal dal tifo dei compagni, che urlano e applaudono ad ogni punto messo a segno: con un goal la spuntano gli azzurri, e poi finalmente si corre, tutti quanti, a festeggiare la vittoria.
Tre team multietnici hanno giocato tra «ola» tamburi e applausi