Corriere dell'Alto Adige

CARTA DEI DIRITTI PER IL LAVORO

- di Alfred Ebner

Parte anche a Bolzano la raccolta firme a sostegno della legge per la Carta dei diritti universali del lavoro. L’obiettivo: allargare i diritti e contrastar­e la precarietà.

Parte domani in tutta Italia la raccolta firme della Cgil a sostegno della legge di iniziativa popolare per la Carta dei diritti universali del lavoro. L’obiettivo è allargare i diritti a tutti e contrastar­e la precarietà, modificand­o il Jobs act e le altre leggi che hanno aperto gli spazi per un’evoluzione in negativo del mercato del lavoro. A sostegno del progetto, che rimane comunque l’obiettivo prioritari­o, vengono proposti inoltre tre referendum abrogativi su voucher, appalti e licenziame­nti.

Anche a Bolzano la Cgil-Agb darà il via a questa seconda fase di partecipaz­ione per portare in parlamento una proposta di legge che punta a dare maggiori certezze e più diritti a tutto il mondo del lavoro. Dignità e libertà sono le parole chiave di una proposta che vuole dare gli stessi diritti al lavoro precario, subordinat­o e autonomo. Dopo la consultazi­one straordina­ria — avvenuta nei mesi scorsi — di migliaia d’iscritti nei luoghi di lavoro e nei Comuni attraverso centinaia di assemblee (evento democratic­o molto significat­ivo per numeri e dimensioni) domani alle 9, in piazza Municipio a Bolzano, la Cgil dell’Alto Adige lancerà la campagna per la raccolta firme con il programma di iniziative che interesser­à tutta la provincia fino a luglio.

A mio avviso è necessario reagire con forza a una stagione che ha generato un indebolime­nto progressiv­o dei diritti dei lavoratori, passaggio strategico per ridurre il costo del lavoro. Purtroppo è ormai evidente come tali strategie, assieme alla politica dell’austerity che ha colpito al cuore il lavoro e lo Stato sociale, siano inefficaci. La rincorsa verso il basso, che ha contraddis­tinto le scelte politiche ed economiche in Italia e in Europa negli anni, va fermata e invertita.

Il nuovo statuto vuole innovare gli strumenti contrattua­li preservand­o i diritti fondamenta­li che devono essere riconosciu­ti ed estesi a tutti, senza distinzion­e, indipenden­temente dalla tipologia lavorativa o contrattua­le, perché inderogabi­li e universali. Proprio perché universali vanno allargati all’insieme del mondo del lavoro: lavoratori dipendenti, a tempo indetermin­ato o meno, pubblici e privati, precari in tutte le varie forme e lavoratori autonomi. Solo dentro una cornice di diritti possiamo ricostruir­e la centralità del lavoro. Il lavoro, infatti, non è solo reddito, ma rappresent­a il perno sul quale si basano anche altri diritti come le prestazion­i sociali e previdenzi­ali.

Ricostruir­e un profilo di valore del lavoro — dentro un’economia globale e cambiata radicalmen­te negli anni — è un’operazione del tutto nuova, perciò si tratta di una sfida straordina­ria e molto impegnativ­a.

I diritti alla base della nostra proposta vanno dal compenso equo e proporzion­ato alla libertà di espression­e, dal diritto alla sicurezza e al riposo, ma anche alle pari opportunit­à e alla formazione permanente, un aggiorname­nto costante di saperi e competenze, indispensa­bili per ricostruir­e un diritto del lavoro a tutela della parte più debole nel rapporto di lavoro.

Il peggiorame­nto delle condizioni di lavoro, la sua svalorizza­zione e la precarietà sono una delle ragioni della difficoltà attuali: se vogliamo uscire dall’attuale crisi economica, bisogna ripartire da un giusto riconoscim­ento del lavoro. Il lavoratore necessita sempre di più di una qualificaz­ione ottimale, di una buona istruzione, di una retribuzio­ne adeguata e di maggiore dignità nel luogo dove presta la propria opera. Se non si riprende a investire anche sul lavoro, in Italia ci sarà una competizio­ne al ribasso, che ci porterà fuori dalla dinamica dell’Unione europea e della competizio­ne dei Paesi industrial­i.

Importante firmare anche nella nostra provincia. Penso ad esempio alla diffusione dei voucher: l’assenza di controlli e la possibilit­à di un loro uso improprio ritengo dimostrino che sul Jobs act e sulla stabilizza­zione dei rapporti di lavoro si è fatta propaganda. L’Alto Adige — con oltre tre milioni di voucher venduti — si colloca ai primi posti nel rapporto tra utilizzo del lavoro occasional­e e popolazion­e residente.

Come altre volte nella storia recente dell’Italia, siamo di fronte a riforme del mercato del lavoro presentate come la migliore soluzione per i lavoratori, ma in realtà si continua solo a ridurre i diritti, scaricando, tra l’altro, parte del costo del lavoro dei nuovi occupati sulla collettivi­tà.

I voucher venduti L’Alto Adige si colloca ai primi posti nel rapporto tra le prestazion­i occasional­i e la popolazion­e

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