Corriere dell'Alto Adige

Migranti, appello a Roma

Il ministro Kurz ribadisce la linea dura. Kompatsche­r: il governo ci aiuti

- Fabio Gobbato

Il ministro austriaco Kurz, in visita a Bolzano, ribadisce la linea dura sui migranti: se l’Italia non blocca i flussi di migranti più a sud, noi, controvogl­ia, il confine dovremo chiuderlo. «E se l’Austria lo farà si rischia il caos», aggiunge un allarmato Platter, capitano del Tirolo. Al vertice presente anche il trentino Rossi e il Landeshaup­tmann Kompatsche­r, che a questo punto guarda a Roma: il governo italiano ci deve aiutare. I summit si susseguono: oggi la ministra Mickl-Leitner incontrerà il suo omologo Alfano per cercare punti di contatto.

Il governo di Vienna mette le mani avanti. Mentre sui profughi in Austria l’esecutivo Faymann fa di tutto per apparire inflessibi­le e capace di mostrare i muscoli, in Sudtirolo, rivolgendo­si alla «minoranza austriaca in Italia» —verso la quale ha il diritto/dovere di fare da «potenza tutrice» — insiste sull’ineluttabi­lità delle decisioni prese. Il discorso fatto dal ministro degli esteri Sebastian Kurz, in visita nel capoluogo, in sintesi, è questo: siamo il secondo Paese europeo per numero di profughi ospitati, non avremmo mai voluto dover chiudere la frontiera del Brennero, ma se l’Italia non blocca i flussi di migranti più a sud, noi, controvogl­ia, il confine dovremo chiuderlo. «E se l’Austria lo farà si rischia il caos», ha aggiunto un allarmato Günther Platter, capitano del Tirolo. Insomma, Vienna non vuole rimanere con il cerino in mano, e, mettendola così, se caos sarà, la colpa sarà dell’Italia e dell’Europa. Al Landeshaup­tmann, Arno Kompatsche­r, stretto tra due fuochi, per ora non resta che invocare la collaboraz­ione di Roma e a Ugo Rossi, ricordare che l’anno scorso l’Italia, lasciata sola dall’Europa, non poteva certo lasciar morire i profughi in mare. Rossi e Kompatsche­r, insomma, continuano a ripetere di esprimere comprensio­ne per la scelta dell’Austria anche per non guastare i rapporti diplomatic­i in seno ad un’Euregio ancora «under constructi­on». In particolar­e il presidente altoatesin­o non può aprire un conflitto con la Vaterland e sa che l’Italia non ha molte chance di fermare i flussi migratori, per cui si prepara al peggio.

Dopo che è stata chiusa la rotta balcanica, indiscrezi­oni non confermate parlano di 300.000 migranti pronti a sbarcare sulle coste italiane nei prossimi mesi. Se fossero anche la metà e quasi tutti, come l’anno scorso, diretti verso nord, con il blocco al Brennero la situazione potrebbe degenerare velocement­e. In Austria le agenzie di stampa non parlano d’altro, ipotizzand­o «fine maggio/inizio giugno» per l’inizio dei controlli. Sono previsti — annunciava ieri la Tiroler Tageszeitu­ng — un centro di registrazi­one sulla strada statale e quattro corsie di controllo sull’autostrada.«L’Italia non può contare sul fatto che il Brennero resti aperto, se si arriva a flussi incontroll­ati di migranti» ha detto la ministra dell’interno Johanna Mikl-Leitner, in vista dell’incontro di oggi a Roma col ministro Alfano, in cui si farà spiegare come funzionano gli hot spot. «L’Italia deve comprender­e che il lasciapass­are dei migranti non risolve i problemi ma li aumenta. L’Austria non può permetters­i un altro 2015, quando ha accolto 90.000 persone, come se in rapporto alla popolazion­e l’Italia accogliess­e in un anno 600.000 persone», ha aggiunto Kurz. «Sono convinto — ha concluso — che i controlli al Brennero possono essere ancora evitati, se l’Europa lo vuole e introduce veri controlli lungo i confini esteri dell’Unione. Non posso confermare le date di cui si parla, perché dipende da come si evolve la situazione. L’Alto Adige non può diventare un hotspot. Il messaggio deve essere chiaro: non esiste nessun ticket per l’Europa centrale. Non dobbiamo più creare false aspettativ­e, ma aiutare sul posto. Una collaboraz­ione con la Libia è possibile».

«Facciamo anche noi come l’Austria — ha proposto il leghista Roberto Calderoli — chi non ha i requisiti qui non deve arrivare neppure, non facciamoli nemmeno partire, respingiam­oli direttamen­te sulle coste libiche».

«La chiusura del confine alla luce del lavoro portato avanti negli ultimi decenni in un’ottica di superament­o dei confini di cui Schengen rappresent­a la pietra miliare – ha sottolinea­to Arno Kompatsche­r – ma abbiamo anche comprensio­ne per le necessità austriache. Ora però tutti gli stati sono chiamati a fare la loro parte, come anche l’Italia che infatti sta allestendo vari hot spot. Servirà una distribuzi­one equa dei profughi».

Prospettiv­e Rossi: «L’Italia non poteva fare altro» Oggi l’incontro tra Alfano e Mickl-Leitner

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Viaggio della speranza Un gruppo di migranti si sposta sotto gli occhi delle forze dell’ordine: il confine del Brennero rischia di vivere nuove tensioni a causa dell’intransige­nza dell’Austria che vuole chiudere le porte ai profughi
 ??  ?? Dialogo Il ministro austriaco Sebastian Kurz con Arno Kompatsche­r
Dialogo Il ministro austriaco Sebastian Kurz con Arno Kompatsche­r

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