«Lago di Caldaro, l’area militare va resa pubblica»
Approvata la mozione dei Verdi. San Giacomo, Abd dovrà diffondere lo studio sulla pista
Nella seconda giornata di lavori della sessione di aprile, il consiglio provinciale ha dedicato spazio alle ultime mozioni prima del passaggio alle leggi della maggioranza, a partire da quella sulla riforma dell’accesso ai documenti della pubblica amministrazione, il cui esame è iniziato nel pomeriggio.
Affrontata la mozione ambientalista «la balneazione è un diritto», già presentata e sospesa l’anno scorso con la quale Brigitte Foppa (Verdi) proponeva di rendere accessibile ai fini di pubblico utilizzo, nell’attuale zona militare presso il lago di Caldaro, dopo il suo passaggio dall’esercito alla Provincia - un’area sufficientemente grande, vicino a quella riservata alla barca per lo sfalcio, in alternativa di cedere quest’area al Comune di Caldaro, con l’obbligo di creare un accesso pubblico al lago, e di adoperarsi affinché sia garantito uno sfruttamento sostenibile della zona, senza parcheggi né attività produttive.
Il presidente Arno Kompatscher ha fatto riferimento a una recente assemblea civica in merito, a Caldaro, nel corso della quale l’assessore Theiner si è confrontato con gli amministratori comunali sull’utilizzo di quest’area, di cui si è in procinto di firmare la cessione. Ci vuole però, prima, la conferma definitiva sull’utilizzo dell’area da parte del Comune. Una parte dell’area sarà senz’altro riservata alla barca per lo sfalcio, ma questo non esclude che una parte sia riservata all’accesso pubblico: si tratta però di una decisione del Comune, che dovrebbe curare la zona. La parte generica della mozione è stata quindi approvata.
Con una mozione si è chiesta la divulgazione di tutta la documentazione «tenuta segreta» sull’aeroporto. «Sia il presidente dell’Abd — ha detto Andreas Pöder — che quello della Provincia avevano segnalato l’esistenza di uno studio sull’aeroporto, e che a quanto pare la stessa Abd dispone di diversi studi e piani per lo sviluppo dello scalo bolzanino finora tenuti nascosti al Consiglio provinciale. La cosa è grave, in quanto il consiglio provinciale ha indetto una consultazione popolare , e anche perché la Abd è una società in house e dovrebbe fornire tutti i dati in suoi possesso. Anche Riccardo Dello Sbarba (Verdi) ha detto di aver letto con sorpresa il riferimento all’esistenza di uno studio sul prolungamento della pista, confermata da Michaeler. In un momento come questo, tutte le carte dovrebbero essere sul tavolo. Si è detto quindi convinto, sulla base degli studi da lui effettuati, che l’impiego di aerei tanto grandi all’aeroporto di Bolzano sia difficilmente realizzabile, a meno che il piano di sviluppo non sia solo una prima fase. In quanto alla Via non può essere pronta prima del referendum.
Kompatscher ha riferito una risposta della società, chiarendo che essa ha fatto effettuare uno studio che riguarda gli aspetti della sicurezza legati al piano di sviluppo i cui risultati verranno pubblicati, e invitando a non procedere con speculazioni. «Nel disegno di legge è definito l’obiettivo di un aeroporto funzionale, secondo parametri di passeggeri ben specificati». La mozione, quindi, è stata respinta a maggioranza.
Theiner: alla fine la decisione spetterà solo al comune interessato