Panizza: intesa naturale, viene da quel mondo
Il Patt fa quadrato: anche Ottobre in campo. I vertici dei cappelli piumati si trincerano nel silenzio
TRENTO Il partito fa quadrato attorno a Lorenzo Baratter. Franco Panizza difende a spada tratta il capogruppo del Patt in consiglio provinciale: «Il consenso che ha riscosso non è certo dovuto a carte scritte o a impegni presi in questo senso — sostiene il segretario degli autonomisti — ma al suo indiscusso impegno e al modo in cui rappresenta da sempre le istanze dell’autonomia». Anche Mauro Ottobre interviene, sottolineando che Baratter «è stato votato per il suo indubbio valore politico e per la sua smisurata cultura storica, vicina proprio al mondo degli Schützen». Dal quale, tuttavia, trapela nervosismo: bocche cucite.
Secondo Panizza il documento che garantiva il sostegno elettorale della Federazione a Baratter in cambio dell’impegno a versare 500 euro al mese nelle casse dell’associazione, «è una cosa naturale, perché il consigliere proviene da quel mondo: non ho mai avuto, peraltro, notizia di iniziative elettorali organizzate a suo favore, quel documento indica solamente che gli Schützen individuavano in Baratter la persona in grado di rappresentare al meglio le loro istanze». Del resto, per il segretario, «chiunque venga eletto finanzia quello in cui crede».
E poi «dal punto di vista politico non sono queste le cose in base alle quali valutiamo l’impegno di Baratter». Ancora scottato dalla vicenda Pedergnana («Senza minimizzare nulla, mi pare si sia esagerato»), Panizza ripudia il metodo per cui «un politico non viene più giudicato per il proprio impegno» ed «è molto più facile invece affidarsi a una lettura maliziosa e strumentale di una vicenda personale»: «Non posso abituarmici, significa che la politica è davvero degenerata».
Perfino Mauro Ottobre, in collisione da tempo con Panizza e Baratter, fa sentire la sua voce per sottolineare come «non ci sia correlazione fra denaro e preferenze ricevute» e richiama all’ordine Riccardo Fraccaro (M5S), che ha annunciato un esposto in procura per la verifica degli eventuali risvolti giudiziari sul caso chiedendo le dimissioni di Baratter e lo scioglimento del consiglio provinciale: «Il voto di scambio secondo il codice penale italiano si riferisce perlopiù a uno scambio elettorale “politico-mafioso” — commenta l’onorevole — e non mi pare sia proprio il caso di cui stiamo parlando, a meno che Fraccaro non pensi che gli Schützen siano un’associazione mafiosa».
Dal canto loro Paolo Dalprà e Giuseppe Corona, comandante e vicecomandante della Federazione, si trincerano dietro al silenzio e ai «nulla da dichiarare».