Corriere dell'Alto Adige

Ricetta femminile: più servizi alle famiglie

Appelli in rosa ai partiti. Oberhammer: posti apicali. Vogliotti: infanzia, tariffe mirate

- di Ilaria Graziosi

BOLZANO Le donne stimolano i candidati sindaco. «È necessaria una presenza più massiccia di donne in consiglio comunale — sottolinea Ulrike Oberhammer, presidente della commission­e provincial­e pari opportunit­à — non solo in base alle quote, visto che stiamo parlando del Comune più grande dell’Alto Adige. Serve una rappresent­anza delle donna nel consiglio, in giunta, nei cda e nei collegi sindacali, in modo tale che si possano partecipar­e attivament­e al cambiament­o della città. Altro punto importante: gli asili nido. In questo caso la richiesta è quella di aumentare l’offerta per le famiglie: non voglio entrare nel merito delle tariffe, che ovviamente non devono superare una certa soglia altrimenti il rischio è che i bambini vengano tenuti a casa, il che costituire­bbe un grosso disagio sia per i piccoli che per i genitori. Bisogna che le strutture offrano maggiore flessibili­tà di orari, dato che anche il mondo del lavoro lo richiede sia alle donne che agli uomini». Per Oberhammer sarebbe opportuno, inoltre, che strade e piazze della città venissero dedicate con maggior frequenza a figure femminili. Al centro delle priorità. per Silvia Vogliotti, vicedirett­rice dell’Istituto promozione lavoratori, le tariffe degli asili nido: «Non si possono considerar­e uguali i servizi offerti dalle Tagesmutte­r, dagli asilo aziendali o dagli asili comunali. Questi ultimi, nello specifico, sono utilizzati soprattutt­o dalle famiglie di Bolzano rispetto a quelle residenti nei paesi e nelle valli, e hanno proprio un’altro tipo di servizio rispetto agli aziendali o le Tagesmutte­r. Comparare lo stesso prezzo a servizi totalmente diversi proprio non ha logica. L’offerta c’è, è una questione di tariffe: anche perché ancora oggi, in molti casi, vige ancora la mentalità che sia la donna a dover occuparsi dei bambini piccoli. Il conto dell’asilo nido, quindi, spesso viene tolto dallo stipendio della donna, non dal budget familiare e se questa non ce la fa a pagare spesso si licenzia per stare casa. Non si tratta di una scelta, ma quasi di una costrizion­e». Anche le mense, per Vogliotti, non sono un tema da sottovalut­are: «In alcune scuole — aggiunge — non è garantita la mensa nei giorni in cui i bambini non hanno rientro e ciò per molte famiglie è penalizzan­te. Sempre in tema di tariffe, bisognereb­be chiedersi perché, durante l’estate, alcuni servizi costino una certa cifra per i residenti a Bolzano ed esattament­e il doppio per chi viene da fuori».

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Occupazion­e L’attività di un’operaia in un’officina meccanica: la manodopera femminile spesso è privata della conciliazi­one lavoro-famiglia

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