Ragazza volò dal balcone e rimase paralizzata L’ex fidanzato patteggia L’accusa: atti persecutori
BOLZANO Ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione nel corso delle indagini preliminari per il reato di atti persecutori (stalking) Urim Zekolli, il giovane kosovaro che nella primavera del 2013 fu coinvolto in una lite con la sua ragazza, a seguito della quale quest’ultima volò per sei metri dal balcone della sua casa in via San Francesco a Merano rimanendo paralizzata a vita. Avverso la sentenza di patteggiamento ora l’uomo ha presentato ricorso per Cassazione. In attesa della pronuncia della Suprema Corte il giudice Emilio Schönsberg ha rinviato l’udienza al prossimo 20 giugno. Nel frattempo è cambiato anche l’orientamento della pubblica accusa, che prima era orientata per la richiesta di archiviazione ritenendo che la ragazza — anche sulla base delle sue prime dichiarazioni — si fosse gettata da sola dal balcone e non fosse stata trascinata giù dal compagno come invece emergerebbe dagli accertamenti successivi. Ora il pm Andrea Sacchetti intende contestare all’indagato il reato di lesioni dolose gravissime, proprio perché la giovane non potrà mai più riacquistare l’uso delle gambe. «Sussiste una colpa gravissima in capo all’indagato» sostiene l’avvocato di parte civile Federico Fava, che chiede il riconoscimento della colpevolezza dell’indagato anche sulla base degli accertamenti relativi alla dinamica dell’incidente, che rivelarono ad esempio come la ragazza cadde sotto al balcone della vicina, come se fosse stata trascinata.