Voucher, il Sudtirolo in testa
I sindacati: cambiamo la legge
BOLZANO «Alla faccia delle tutele crescenti: i dati diffusi dall’Inps fotografano una realtà drammatica che vede nell’utilizzo selvaggio dei voucher la nuova forma di precariato del terzo millennio. I nuovi schiavi dei voucher si concentrano in maniera particolare in Trentino Alto Adige: sono 4.789.534 i voucher venduti nella nostra regione nel 2015, il 32,5% in più dell’anno precedente». Lo afferma il deputato M5S eletto in Trentino Alto Adige, Riccardo Fraccaro, commentando i dati relativi ai voucher. Intervengono sulla vicenda anche i sindacati. Toni Serafini, segretario della Uil, afferma: «In Alto Adige sono stati venduti, nel primo trimestre 2016, ben 737.746 voucher. Bolzano è la sesta provincia in Italia come quantità assoluta, ma in rapporto alla popolazione è la prima, un primato che non ci piace. Non chiediamo di abolire i voucher, ma di riportarli alla loro funzione, quando sono stati introdotti, nel 2008, e vederne la tracciabilità. Chiediamo di utilizzarli solo per lavori occasionali e per fare emergere il lavoro nero. Vanno inoltre lasciati solo in alcuni settori: giardinaggio e pulizia, lavori domestici, manifestazioni culturali e sportive, agricoltura. Ricordiamo — conclude Serafini — che esistono altre forme di flessibilità ma con più tutele: i contratti stagionali e a tempo determinato. Va infine ridotto il tetto del compenso annuale per i lavoratori ed il limite annuo anche per il committente».
Analoga posizione anche da parte del segretario della Cisl, Michele Buonerba: «Va rimesso ordine a livello nazionale, e vanno ripristinati i vincoli sull’utilizzo dei voucher. Inoltre sono aumentati anche i cosiddetti “infortuni del primo giorno”, a dimostrazione che in realtà c’è un uso truffaldino dei voucher, che andrebbe risolto alla base modificando la normativa».