Corriere dell'Alto Adige

«Pas de deux» Così il Museion cambia volto

Carazzato: «È un dialogo fra la collezione e i musicisti»

- Massimilia­no Boschi

Da giovedì sera, la facciata mediale di Museion si trasformer­à in una pista da ballo per ospitare Pas de deux, il passo a due a cui si è ispirata Frida Carazzato per la selezione di video, immagini, suoni e danze che animeranno le serate dei giovedì estivi del museo d’arte contempora­nea bolzanino. La curatrice Frida Carazzato ce lo racconta sfoggiando un magnifico sorriso per la stampa: «Pas de deux è una figura tratta dalla danza, ma a me interessav­a anzitutto il tema della relazione a due. Perché prevede una relazione forte e precisa tra due danzatori e ho cercato di ricrearla utilizzand­o la collezione Museion per metterla in rapporto con alcuni musicisti contempora­nei. Una relazione tra forme d’arte diverse, video e musica, ma anche tra generazion­i differenti».

Come detto si inizierà giovedì alle 19 con il video Appendice per una supplica di Ketty La Rocca e le musiche di Sumatra, composte e suonate dal vivo da Lorenzo Bianchi Hoesch. Il video di La Rocca fu presentato in anteprima nel 1972 alla Biennale di Venezia ed è uno dei primi della storia dell’arte contempora­nea. Girato a camera fissa e in bianco e nero, ha come protagonis­te assolute le mani, che: «bianche e luminose si muovono su sfondo scuro. Come animali curiosi, le mani eseguono gesti, esplorano lo spazio e se stesse». La proiezione inizierà alle 22 ma sarà preceduta, alle 21, da una conversazi­one tra lo stesso Lorenzo Bianchi Hoesch, Frida Carazzato e Michelange­lo Vasta dell’archivio Ketty La Rocca. Nei due giovedì successivi, 23 e 30 giugno, la proiezione sarà replicata senza le musiche dal vivo, mentre per i giovedì di luglio, l’ormai abituale collaboraz­ione con Bolzano Danza prevede lo speciale passo a due tra il coreografo Rachid Ouramdane e l’artista Mehdi Meddaci. Articolato in tre giovedì diversi (14,21 e 28), il progetto Les yeux tournent autour du soleil indagherà «il nostro sguardo sull’altro, la nostra relazione con lo straniero, con il diverso, attraverso la creazioni di immagini poetiche e il corpo in movimento». Le serate sono frutto di una coproduzio­ne tra Museion, Bolzano Danza e il Centre Chorégraph­ique National di Grenoble, di cui Rachid Ouramdane è il direttore. Ad agosto, invece, spazio a quattro film firmati da Bruno Munari e Marcello Piccardo realizzati tra il 1963 e il 1964, con la musica riscritta e «performata» da Stefano Bernardi. Il pas de deux tra suono e immagini in movimento si concluderà a settembre in collaboraz­ione con il Rimusicazi­oni film festival: due musicisti invitati dal festival accompagne­ranno con le loro composizio­ni i film storici di Marc Adrian, Ludwig Hirschfeld-Mack, László Moholy-Nagy e Hans Richter.

Frida Carazzato sa benissimo, però, che il pas de deux più importante è difficile è quello che mette in relazione continua e quotidiana l’arte contempora­nea ospitata all’interno di Museion con quel magnifico panorama esterno che prorompe attraverso le pareti trasparent­i. Un passo a due reso complicato da tradizioni e concetti estetici precisi che altoatesin­i e sudtiroles­i sembrano non voler scardinare troppo facilmente. Carazzato, però, sembra viverlo come una sfida affascinan­te: «È vero, l’edificio di Museion è molto caratteriz­zante ed è complicato mettersi in relazione con lui e/o con l’esterno. Da questo punto di vista, i video sulle facciate credo lo rendano più morbido e fluido. Poi, non nego le difficoltà con il territorio, ma spero e credo che questa iniziativa, come altre che abbiamo in cantiere, possano rendere questo pas de deux più facile».

Una relazione tra forme d’arte diverse e tra generazion­i differenti

Giovedì Appendice per una supplica di La Rocca e musiche di Sumatra

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