Un vero uomo di cultura
Egregio direttore, ho appreso con grande dolore della scomparsa del professor Franco Borsani — avvenuta Innsbruck — il tredici aprile scorso. Ne ho il ricordo di un uomo di straordinaria cultura e di principi fondati su valori sempre più incerti nella nostra epoca.
La sua figura è e rimarrà un punto di riferimento per quanti lo conobbero. Fu un Italiano sempre fieramente attaccato alla patria ed ai connazionali, tanto da dedicarvi una vita intera. Fu «attacché» di cultura al consolato generale di Innsbruck e direttore dell’Istituto italiano di cultura nel Tirolo. La sua idea della cultura e della lingua quale anello di congiunzione fra civiltà, lo portò ad essere riconosciuto nella società tirolese e dalle istituzioni, dopo il suo definitivo trasferimento a Innsbruck, come un cittadino cui riconoscere i giusti onori. Al petto gli fu appuntata la «Verdienstkreuz am Bande» della Repubblica federale di Germania, ma fu anche destinatario dell’alta onorificenza del «Tiroler Adlerorden», e la Città di Innsbruck volle insignirlo dell’onorificenza per la cultura e l’arte.
Fu uno di quegli italiani di cui possiamo andare fieri. Onorati e rispettati all’estero, meno conosciuti in Italia.
Lo conobbi per delle conferenze che gli organizzai per presentare la figura di Claudia de‘ Medici, la tirolese fiorentina madre della Camera di commercio del capoluogo altoatesino. Un ponte antico fra l’Italia e l’Austria, un personaggio che attraverso le parole e l’amore del professor Borsani sembrava quasi riprendere vita.
Il professor Borsani scriveva ogni tanto da Innsbruck qualche lettera ai giornali sulle piccole miserie italiane. Pizzicava il suo Paese, ma lo faceva con la passione del buon padre di famiglia.
Grazie per avermi permesso di ricordare questo grande italiano che mai ha smesso di essere soprattutto italiano, anche dopo essersi trasferito ad Innsbruck, e che l’Austria e la Germania hanno onorato con altissimi riconoscimenti.
Almeno una parola, da parte nostra, per rendergli quello che meritava. Alessandro Urzì, consigliere provinciale «Alto Adige nel cuore», BOLZANO