Corriere dell'Alto Adige

Debito pubblico, un rebus La Cna: occorrono risorse

Dossier Bankitalia presentato anche nel capoluogo. La Cna: mancano risorse per investire

- Marco Angelucci

Fa discutere il dossier Bankitalia sull’economia regionale, i cui dati ieri sono stati presentati anche a Bolzano. Sotto la lente finisce l’indebitame­nto degli enti pubblici: a Trento praticamen­te azzerato, a Bolzano ancora molto diffuso. Una situazione che rischia di comprimere gli investimen­ti. «Saranno dolori», mette in guardia il segretario della Cisl, Michele Buonerba. «Occorrono più risorse», sottolinea invece il presidente della Cna regionale, Claudio Corrarati.

BOLZANO Il dossier Bankitalia sull’economia di Trento e Bolzano fa discutere. Sotto la lente finisce l’indebitame­nto degli enti pubblici: a TRento praticamen­te azzerato, a Bolzano ancora molto diffuso. Una situazione che rischia di comprimere gli investimen­ti. «Saranno dolori» avverte il segretario della Cisl, Michele Buonerba. «Occorre una svolta nella politica economica» nota il presidente della Cna regionale, Claudio Corrarati.

Il dossier è stato presentato alla Lub dal direttore della filiale bolzanina di Bankitalia Luciano Parisotto e dal suo omologo trentino Paolo Ciucci. A fare gli onori di casa il rettore Walter Lorenz.

Il rapporto, che contiene una miriade di dati sull’economia delle due province autonome, da un quadro sostanzial­mente positivo anche se qualche ombra non manca. Accanto all’aumento del Pil e dell’export (più a Bolzano che a Trento grazie all’agroalimen­tare) si registra anche un calo della disoccupaz­ione (3,8% a Bolzano, 6,8% a Trento) aumento delle ore lavorate in edilizia. La ripresa dell’immobiliar­e (+13% a Bolzano -1,2% a Trento) è confermata anche dall’aumento dei mutui abitativi richiesti dalle famiglie.

A far riflettere sono soprattutt­o i dati sui crediti alle imprese. A Bolzano si registra un incremento del 3,5% mentre a Trento si registra l’ennesimo calo (-1,3%). La maggior parte dei finanziame­nti però viene concessa non per nuovi investimen­ti ma per ristruttur­are i debiti. A trainare i crediti però sono le imprese medio grandi, per quelle piccole invece si nota l’ennesima contrazion­e.

«La politica economica deve cambiare passo — afferma Corrarati — sia in Alto Adige sia in Trentino. Se a Bolzano la forza delle Pmi viene valorizzat­a più a parole che con fatti concreti, tanto da non ottenere il dovuto riconoscim­ento delle banche che lesinano sul credito, a Trento è venuta a mancare una vera politica economica a sostegno della ripresa, con un appiattime­nto sulla media nazionale che non è giustifica­bile rispetto alle performanc­e dei cugini altoatesin­i».

L’Alto Adige appare decisa- mente più ricco del Trentino anche per quanto riguarda le entrate tributarie pro capite (8.727 euro contro 7.866) tuttavia l’alta quota di spesa corrente (75% a Bolzano e 69%) ha l’effetto di ridurre le risorse per gli investimen­ti. Inoltre Trento ha avviato un processo di azzerament­o del debito pubblico che invece Bolzano non ha fatto. Tra il 2014 il 2015 la provincia di Trento ha ridotto l’indebitame­nto degli enti pubblici dell’83,4%% portandolo da 220 a 37 milioni di euro. Nello stesso periodo Bolzano è scesa da 652 a 598. «I prossimi anni rischiano di essere duri, con questo indebitame­nto sarà più difficile raggiunge il pareggio di bilancio» avverte il segretario della Cisl Michele Buonerba.

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Analisi Luciano Parisotto, Antonio Accetturo e Petra Degasperi di Bannkitali­a ieri alla Lub

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