Corriere dell'Alto Adige

Pavan e Hofer temono ricadute sul turismo

Il presidente bolzanino: va garantita la raggiungib­ilità. La meranese: spesa sostenibil­e

- di Rosanna Oliveri

Ipresident­i delle aziende di soggiorno di Bolzano e Merano, Pavan e Hofer: temiamo ricadute sul turismo dopo la vittoria del No sullo scalo.

BOLZANO «La scelta di indire un referendum sul futuro della gestione dell’aeroporto è stata sbagliata, sono decisioni che dovrebbero spettare al presidente della giunta». A dichiararl­o piena di delusione è la presidente dell’Azienda di soggiorno di Merano, Ingrid Hofer.

«Se la politica avesse delegato sempre le decisioni con consultazi­oni popolari oggi noi a Merano saremmo senza la MeBo — aggiunge Hofer — molto isolati, e senza Terme e Giardino botanico perché in tutti questi casi ci sono state proteste popolari e manifestaz­ioni. Questo perché se si chiede alle persone qui in Alto Adige di scegliere tra il sì e il no, scelgono sempre il no, ovvero la conservazi­one, la non innovazion­e. Io capisco che a molte persone che vivono nelle valli la questione dello scalo non interessav­a molto, ma mi aspettavo che nelle zone di Bolzano, Merano e Bressanone ci fosse una maggioranz­a per il sì — aggiunge — Non è stato così, questo anche per il fatto che l’informazio­ne non è stata chiara. Molti hanno pensato che si trattasse di dire sì o no all’aeroporto, invece il referendum era sul finanziame­nto pubblico. Questo vuol dire che potrebbe arrivare un privato che gestisce lo scalo come vuole senza tenere conto del territorio. Noi avevamo chiesto cinque voli al giorno, se arriverà un privato ne farà anche venti. Essere raggiungib­ili sarebbe stato importanti­ssimo perché lo sviluppo ormai va in questa direzione e noi non possiamo permetterc­i di andare in un’altra».

Hofer ribatte poi anche sui due argomenti maggiormen­te cavalcati dal fronte del no: l’inquinamen­to e la spesa pubblica: «Abbiamo un’autostrada che inquina molto di più e se ci dovessimo fermare nella realizzazi­one di qualsiasi progetto solo in riferiment­o all’inquinamen­to dell’aria, adesso saremo molto indietro con lo sviluppo economico e non si sarebbe nemmeno aperta la Sunedison, ex Memc. Per quanto riguarda i soldi dico solo che spendiamo dieci milioni all’anno per il trasporto dei bambini e 183 milioni per il trasporto su rotaia. Quindi avremmo potuto benissimo permetterc­i questi due milioni e mezzo che sarebbe costato l’ampliament­o della pista e per la gestione pubblica dell’aeroporto».

«Il voto del referendum sull’aeroporto di Bolzano è stato un voto politico». A dichiararl­o in questo caso è invece il presidente dell’Azienda di soggiorno di Bolzano, Paolo Pavan.

«Spesso quando si vuole mettere in discussion­e una giunta o un governo, si vota non tanto per il quesito del referendum ma per approvare o disapprova­re l’operato della giunta — aggiunge — Se guardiamo bene infatti si sono unite tutte le opposizion­i nel dire no all’aeroporto, dall’estrema sinistra all’estrema destra. Un peccato perché in questo caso si è persa un’occasione. Il turismo di sicuro ci rimette, perché essere raggiungib­ili è la prima cosa per una località che vuole essere meta di molti turisti. Non si è votato però per decidere se avere o no uno scalo, ma per il finanziame­nto pubblico allo scalo. Mi auguro — prosegue Pavan — che si trovi un altro gestore privato che permetta all’aeroporto di proseguire la sua attività e di ampliarla per garantire a Bolzano e provincia maggiore raggiungib­ilità».

L’analisi «Peccato, perché abbiamo perso un’occasione e ci rimettiamo» Se si fosse ascoltato sempre chi protesta, non avremmo mai avuto MeBo, Terme, Giardini e altre strutture A questo punto mi auguro che si possa fare avanti un operatore privato che permetta allo scalo di funzionare al meglio

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Festa popolare L’iniziativa che ieri sera in piazza del municipio a Laives ha voluto celebrare la vittoria del No nel referendum sul progetto d’ampliament­o dell’aeroporto. Un momento di festa che ha riguardato in particolar­e la gente della Bassa...
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