Consiglio comunale, Baratta presidente
Randi ha rifiutato la carica di capogruppo. Domani previsto il varo dell’esecutivo
La coalizione del sindaco bolzanino Renzo Caramaschi ha superato il primo test in consiglio comunale facendo eleggere senza sorprese i candidati designati per la presidenza dell’assemblea: Silvano Baratta (Partito democratic) e Judith Kofler Peintner (Svp). Già domani il sindaco presenterà in aula il programma e la giunta: escluso Mauro Randi, che rifiuta il ruolo di capogruppo.
La nave di Caramaschi va. Dopo un vertice di coalizione in cui sono stati approvati il programma e definiti gli assessorati, la coalizione ha superato il primo test in consiglio comunale facendo eleggere senza sorprese i candidati designati per la presidenza dell’assemblea: Silvano Baratta (Pd) e Judith Kofler Peintner (Svp). Battuti i candidati dell’opposizione Kurt Pancheri (Lega) e Rudi Rieder (M5S). Già domani il sindaco presenterà in aula il programma e la squadra: quest’ultima sarà formata (come ormai era chiaro da giorni) dal vicesindaco Christoph Baur e dagli assessori Sandro Repetto, Monica Franch, Luis Walcher, Angelo Gennaccaro e Marialaura Lorenzini. Ultime schermaglie in corso sulle deleghe, mentre il Pd fa i conti con la delusione dell’escluso Mauro Randi, che rifiuta il ruolo di capogruppo.
Ieri sera è tornato a riunirsi il nuovo consiglio comunale. All’ordine del giorno, le presidenze d’aula. In mattinata la riunione dei consiglieri Pd aveva votato come presidente designato l’esperto Silvano Baratta (classe 1949, eletto per nove volte di fila in consiglio). Niente da fare invece per Randi, secondo degli eletti Pd, già escluso dalla giunta in nome delle quote rosa. All’esponente della minoranza bizziana era stata offerta la carica di capogruppo, ma lui riferisce di non essere interessato. «A questo punto faccio il singolo consigliere — afferma —. Deluso? Più che altro mi toccherà spiegare ai miei elettori come mai il secondo eletto della lista Pd è rimasto escluso dai ruoli importanti. Comunque prendo atto». Un caso da monitorare per il Pd e Caramaschi, ma va detto che Randi e i suoi (tre i bizziani eletti in aula) non hanno fatto mancare il proprio voto a Baratta.
Dopo la riunione del Pd, si è tenuto un vertice di coalizione per cesellare il programma di coalizione. Ultimi duelli sulla scelta dell’aggettivo giusto o dell’avverbio preferito, ma sostanzialmente il patto è stato firmato. Alla fine rimane fuori il contestato punto sull’eliminazione dei campi nomadi, mentre resta la verifica sulla raccolta porta a porta dei rifiuti contro cui si inalbera Claudio Della Ratta (Psi). Si discute fino all’ultimo, invece, sulla frase che riguarda il pieno sfruttamento dell’inceneritore, passaggio indigesto per la pattuglia dei verdi. Ma soprattutto il vertice di coalizione ha sancito l’intesa definitiva sugli assessorati. «Sarà una giunta a sette, anche se mi tirano tutti per la giacca chiedendomi di allargarla» riferisce in aula Caramaschi. Le caselle sono sicure, le competenze quasi.
Ecco il quadro aggiornato. Lo stesso Caramaschi si occuperà di bilancio, polizia municipale, organizzazione, innovazione, legalità e trasparenza. Christoph Baur della Svp sarà il vicesindaco con deleghe a urbanistica e attività economiche. L’altro esponente della Stella alpina, Luis Walcher, si occuperà di lavori pubblici, protezione civile e appalti. Sandro Repetto sarà l’assessore «forte» del Pd: a lui è destinata una maxi-delega composta da politiche sociali, patrimonio e cultura. L’altra esponente democratica, Monica Franch, avrà deleghe su scuola, personale tempo libero e (forse) decentramento. Ad Angelo Gennaccaro (Io sto con Bolzano) Caramaschi ha promesso politiche giovanili e sport. Infine la rappresentante dei verdi Lorenzini (indicata dal partito dopo lo stop a Lantschner per ragioni di proporz e quote rosa) si occuperà di mobilità e ambiente. Qualcosa, ma non molto, potrebbe cambiare in extremis: le deleghe a sport e giovani sono ambite anche dal Pd, mentre «balla» il decentramento. In caso di tensioni interne ai «dem» Caramaschi potrebbe tenere temporaneamente la cultura, ma il sindaco non ne ha voglia: «Ho già moltissimo da fare, non posso accentrare tutto su di me».
Ottenuto l’ok dalla coalizione, Caramaschi e i suoi hanno affrontato l’aula per il «test» sulle presidenze. L’opposizione attacca per il mancato coinvolgimento nell’accesso alle cariche istituzionali. «Siete il solito carrozzone — attacca Mario Tagnin di Uniti per Bolzano —. Sempre vecchie logiche e spartizione di posti». Anche Caterina Pifano (M5S) insiste sul tema. Kurt Pancheri (lega) si arrabbia: «Avete proprio la faccia di bronzo, continuate a escludere una parte politica che ha vinto in due quartieri». Caramaschi replica in aula: «Lasciatemi iniziare il lavoro, ci saranno presto questioni di merito su cui verrete coinvolti». Si arriva in tempi rapidi al voto (a scrutinio segreto): Baratta ottiene i 25 voti previsti, Pancheri si ferma a 19. Non presente in aula Giorgio Holzmann, che arriva pochi minuti dopo. Si passa quindi alla vicepresidenza: anche Kofler Peintner arriva a 25 voti, mentre Rudi Rieder (M5S) si ferma a 20.
Dopo un’ora e mezza, la seduta è già finita: il clima è tranquillo e distante anni luce da quello tesissimo che aveva segnato lo Spagnolli-ter. Tra le note di colore a margine, da segnalare le camice hawaiane dei consiglieri di Casapound (una risposta ironica alle critiche per la camicia nera di Maurizio Puglisi Ghizzi al debutto) e la presenza della consigliera provinciale dei Freiheitlichen Ulli Mair in tribuna tra il pubblico. Domani si riprende con il dibattito su giunta e programma: arriverà il voto di fiducia?
I magnifici sette Il sindaco sceglie Baur, Repetto, Franch, Walcher, Gennaccaro e Lorenzini La protesta L’opposizione attacca. Tagnin: «La solita spartizione di poltrone». Peintner vice