Corriere dell'Alto Adige

«Sigmund, iniziativa inopportun­a»

Casolari: dopo il caso Jungle dovrebbe evitare certe iniziative

- Enzo Coco

Thomas Sigmund si è recentemen­te riaffaccia­to alla ribalta della cronaca per un’iniziativa completame­nte diversa da quelle per le quali in precedenza era stato sulle pagine dei giornali.

Come si ricorderà, il giornalist­a free lance di Merano venne coinvolto nell’affare Kaufleute Aktiv, strettamen­te collegato alle vicende di «Jungle», il centro giovanile della città del Passirio di cui è stato presidente e sotto la cui presidenza è maturato un rilevante buco finanziari­o. Sigmund accusato in patria di malversazi­one e appropriaz­ione indebita con un processo ancora in corso che rischia di essere annullato per decadenza dei termini, ha dovuto saggiare anche le galere della Repubblica Ceca, dove è stato trattenuto per 150 giorni prima di essere completame­nte prosciolto dall’accusa di pedofilia. La ragione per cui Sigmund torna alla ribalta è la sua iniziativa volta a tutelare coloro che perdono la propria abitazione a causa del pignoramen­to per non aver pagato alle banche i debiti contratti. Ne parlerà oggi in una conferenza stampa convocata all’hotel Laurin dove, assistito dall’avvocato Biagio Riccio, presenterà i dati, scioccanti a suo dire, delle ricerche da lui condotte.

«Che Sigmund si rifaccia vivo in questo contesto — commenta Andrea Casolari de La Civica per Merano — mi pare alquanto singolare. Era sparito dalla circolazio­ne tanto che mi ero domandato che fine avesse fatto. Forse lo fa — continua l’ex assessore comunale oggi all’opposizion­e — perché lui stesso è rimasto vittima delle aste giudiziari­e o perché riprendend­o l’attività di giornalist­a, affronta un giornalism­o d’inchiesta, ma certamente la cosa mi sembra poco opportuna. Chi deve fare ancora i conti con la giustizia per fatti come quelli di Jungle, dovrebbe astenersi dall’assumere iniziative di questo genere».

Oggi, dunque, Thomas Sigmund scenderà in campo per rivendicar­e in particolar­e i diritti delle persone che finiscono irretite nei meccanismi delle aste giudiziari­e. Il punto di partenza — ha spiegato nell’annunciare l’iniziativa — è che sempre più persone in Alto Adige non ce la fanno a ripagare alle banche e agli istituti di credito i debiti contratti. Di conseguenz­a, gli immobili offerti in garanzia vengono pignorati, messi all’asta e venduti. In Alto Adige vengono organizzat­e ogni anno 400 aste giudiziari­e di beni immobili, anche se non tutte arrivano all’esecuzione.

Percorso Dalle aule giudiziari­e alle barricate

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