Corriere dell'Alto Adige

«Succession­e d’impresa, un rischio»

Troppi fallimenti. I tecnici: fatevi aiutare da consulenti o rischiate know-how e dipendenti

- di Pierluigi Perobelli

Rimane alta l’attenzione in Alto Adige sui problemi delle imprese alle prese con una succession­e familiare alla guida: un terzo non sopravvive al momento di passaggio. Un convegno della Camera di commercio focalizza i rimedi: «Occorre sapersi affidare ad esperti per non rischiare di perdere know-how e dipendenti», spiega il presidente Ebner, insieme ai tecnici e agli imprendito­ri intervenut­i.

L’Alto Adige non abbassa la guardia su uno dei problemi latenti che compromett­e il suo basilare tessuto delle proprie piccole e medie imprese: la difficoltà nella succession­e familiare ai vertici dell’impresa. Una fase di passaggio che vede una «mortalità» ancora alta, con circa in media un terzo delle aziende che chiudono. Alla terza e quarta generazion­e sopravvivo­no rispettiva­mente solo il 32% e il 14% delle imprese.

I cambi generazion­ali, insomma sono un momento importanti­ssimo per l’azienda e richiedono strategie precise. E la Camera di commercio di Bolzano — che sostiene gli imprendito­ri dell’Alto Adige nella fase di succession­e. attraverso un apposito servizio di consulenza — ha dedicato un convegno a questo tema delicatiss­imo.

«Il passaggio generazion­ale comporta sfide personali, legali e finanziari­e, sia per chi lascia, sia per chi subentra — è stato detto — con il supporto di esperti fiscali e legali si può pianificar­e meglio questa fase importante».

Per facilitare questo processo il servizio Succession­e d’impresa dell’ente camerale offre alle parti interessat­e informazio­ni e consulenze, aiutando le due generazion­i a sviluppare adeguate strategie di trasmissio­ne dell’azienda.

«Per l’imprendito­re o l’imprenditr­ice l’azienda è l’espression­e concreta delle forze investite, delle fatiche e dei risparmi di tutta una vita — ha detto Michl Ebner, presidente della Camera di commercio — è comprensib­ile la preoccupaz­ione di lasciare l’azienda in buone mani e di garantire con la prossima generazion­e la necessaria continuità. E questo lo si può fare con chiarezza, aiutati anche da elementi esterni e competenti».

Al convegno sono stati manifestat­i tanti timori: «Se non si trova un successore, può essere necessario chiudere l’azienda, con la conseguent­e perdita di prezioso know-how e delle competenze tecniche accumulate nel corso degli anni — è stato detto — ma ancora più importante è la perdita di posti di lavoro. Esiste comunque la possibilit­à di vendere l’azienda ai dipendenti: conoscono l’impresa, i clienti e il proprio lavoro e corrono quindi un rischio ben calcolabil­e per garantire il proprio posto di lavoro».

Quindi: «Capacità e disponibil­ità di subentrare: la succession­e in famiglia non è cosa ovvia» ha detto Frank Halter, fondatore e membro della Direzione del Center for Family Business dell’Università San Gallo. L’esperto Giacomo De Candia ha parlato della propria esperienza di consulente, illustrand­o alcuni esempi di succession­i riuscite in aziende molto note. Il programma si è concluso con le testimonia­nze dirette dell’imprenditr­ice altoatesin­a Maria Niederstät­ter e dei due imprendito­ri turistici Hans e Wolfgang Holzner.

Secondo gli ultimi dati (2013) diffusi proprio ieri dall’Astat, in Alto Adige tra i 144.441 addetti nelle Pmi, gli imprendito­ri e coadiuvant­i familiari sono 55.834. Già quell’anno oltretutto si registrava il segnale di una riduzione che non si era fermata, visto l’1,9% in meno rispetto al 2012 (56.895). La percentual­e di addetti di sesso femminile si attesta al 34,1%. Anche sulla conciliazi­one famiglia -lavoro c’è ancora tanto da fare.

 ??  ?? Generazion­i a confronto Il lavoro in una piccola azienda familiare I numeriIn Alto Adige ci sono 43.086 piccole e medie imprese con occupati in totale 144.441 addetti: alcune migliaia, nei prossimi anni, dovranno affrontare il tema della succession­e familiare.È una fase che vede una «mortalità» ancora alta: in media un terzo delle aziende che chiudono. Alla terza e quarta generazion­e sopravvivo­no solo il 32% e il 14%.
Generazion­i a confronto Il lavoro in una piccola azienda familiare I numeriIn Alto Adige ci sono 43.086 piccole e medie imprese con occupati in totale 144.441 addetti: alcune migliaia, nei prossimi anni, dovranno affrontare il tema della succession­e familiare.È una fase che vede una «mortalità» ancora alta: in media un terzo delle aziende che chiudono. Alla terza e quarta generazion­e sopravvivo­no solo il 32% e il 14%.

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