IL MERCATINO SUL TALVERA E LA MERCE SENZA QUALITÀ
Ho avuto modo di passeggiare al mercatino delle pulci che si tiene lungo le passeggiate del Talvera ogni primo sabato del mese. L’idea in sé è buona: garantire un piccolo commercio che consenta il riciclo delle cose da noi considerate superflue. Ma qui sta il problema: sulle bancarelle, a mio umile avviso, dovrebbero essere messe in vendita oggetti riciclabili, non da bidone della spazzatura. Ho avuto modo di vedere diversi mercatini in altre città — Trento, Bologna, per non parlare di quello stupendo di Piazzola sul Brenta — ma il nostro mette davvero tristezza: vedo oggetti che non meritano dieci centesimi. Peccato, perché con la precedente gestione il livello (qualitativo, ma anche organizzativo) era nettamente superiore. Ritengo che il mercatino abbia il diritto di vivere e che svolga anche un’utile funzione sociale, però dovrebbe salvaguardare il proprio livello, altrimenti corre il rischio di perdere la «clientela» storica. E sarebbe davvero un peccato.
Certamente non è necessario raccomandare che le indagini sui casi di bracconaggio ai danni di animali che dovrebbero essere tutelati al massimo grado siano condotte con grande attenzione e scrupolosità; sollecitiamo chi ne ha il potere affinché moltiplichi le risorse utili a ripristinare lo Stato di diritto, almeno in campo ambientale. Vorremmo che il o i colpevoli fossero al più presto individuati e condannati alla massima pena prevista dalla legge, anche per dare l’esempio che la legge c’è e punisce puntualmente, o perlomeno prima che gli ultimi Caro Conci, a un bel po’ di tempo che non vado al mercatino lungo la Passeggiata del Talvera. Non ho dunque alcuna esperienza diretta di quale sia la vera situazione attuale, né posso fare raffronto con quanto presentato nella precedente gestione. Mi affido perciò alla sua descrizione, anche se davvero mi auguro non sia esposta merce usata che dovrebbe essere destinata, come lei scrive, al bidone della spazzatura.
Certo, se si tratta di «mercatino delle pulci» allora quel che viene presentato ha già un destino nel suo stesso nome. Credo comunque, poiché sono pur presenti persone alla ricerca di tali oggetti, che di un simile mercatino vi sia pur bisogno anche nella nostra «ricca» Bolzano. Ma forse — almeno a mio parere — la sua collocazione fisica sulle Passeggiate del Talvera non è quella più consona.
Dorsi superstiti diventino simulacri da museo. Troppo spesso le istituzioni preposte al controllo lasciano pronunciare, senza intervenire, frasi a dir poco scorrette che esaltano e giustificano il bracconaggio come azione di legittimo intervento, anche se illegale, da parte di talune categorie economiche che si sentono danneggiate dagli orsi. Gli eventuali danneggiamenti, se effettivamente riconducibili agli orsi, sono puntualmente risarciti per cui non sono necessarie altre forme di rivalsa. Inneggiare o giustificare il bracconaggio è apologia di reato e come tale va punito severamente. La pratica dei bocconi avvelenati è, purtroppo, un tristissimo fenomeno illegale, tuttora molto presente in Italia, che mira a eliminare gli animali, selvatici o domestici, considerati «rivali» dell’attività venatoria. Pochi, pur conoscendo i fatti, osano testimoniare per timore di eventuali ritorsioni: questa complice reticenza si definisce omertà. Meglio stroncare sul nascere determinate perfide e arrischiate abitudini.
Francesco Mongioì, Comitato orso Trentino
e altre sette firme