Kompatscher stoppa Baur su Casapound
Il Landeshauptmann riprende il vicesindaco: «Apertura contraria al partito»
Duro attacco da parte del presidente della Provincia, Arno Kompatscher, contro le dichiarazioni del vicesindaco Christoph Baur su Casapound: aperture varie ed eventuali a Casapound non sono compatibili con la linea dell’Svp. Per Kompatscher, le dichiarazioni di Baur sono censurabili.«È inconcepibile e impensabile, mai e poi mai sarà possibile collaborare con chi è fiero di avere un’ideologia fascista».
BOLZANO È difficile turbare il Landeshauptmann a tal punto. La pacatezza di Arno Kompatscher resta la medesima, ma la ruvidità delle sue parole è difficile da ignorare: aperture varie ed eventuali a Casapound non sono compatibili con la linea dell’Svp. Fuori di metafora, le dichiarazioni del vicesindaco nonché collega di partito, Christoph Baur, sono censurabili, a detta del presidente della Provincia. Tant’è che il concetto è rimarcato con forza: «È inconcepibile e impensabile, mai e poi mai sarà possibile collaborare con chi è fiero di avere un’ideologia fascista, apertamente dichiarata», dice Kompatscher. Fine della discussione. Per evitare ulteriori scivoloni, Kompatscher ipotizza un vis a vis con Baur. «Ne parleremo», ribadisce.
L’idea del presidente della Provincia segue un preciso ordine logico: il perimetro del confronto, tra forze politiche diverse, si ferma inevitabilmente davanti a quelli che, Kompatscher, definisce «evidenti richiami all’ideologia fascista». «Dopo aver assistito a una marcia su Roma replicata a Bolzano di cosa stiamo parlando? — si interroga — vorrei pensare che Baur non si è fatto capire bene, in ogni modo la linea del partito è completamente diversa: nessuna apertura a Casapound e a chi si ispira ai valori del fascismo».
C’è poco altro da aggiungere, nel ragionamento del Landeshauptmann, se non ricordare al vicesindaco i capisaldi dell’Svp: «La linea del partito è diametralmente opposta — rimarca — La cosa vale per i fascisti di tutti i tipi e anche per le ideologie radicali di sinistra che si collocano al di fuori della piattaforma costituzionale. È inconcepibile».
L’ipotesi di affidare la presidenza di una delle dieci commissioni comunali a Casapound per Kompatscher «non è oggetto di discussione». Ancora, quasi a voler evitare ogni dubbio: «Io non posso che ripetere che non se ne parla. Non se ne parla».
In attesa di un chiarimento politico entro le mura domestiche delle Stelle Alpine, Baur seppur interpellato sceglie di non esporsi nuovamente. Tuttavia a stemperare i toni interviene Dieter Steger, Obmann della Svp di Bolzano. «Io sono meravigliato — dice — Non ho visto alcuna apertura di Baur a Casapound: per noi è inconcepibile qualsiasi collaborazione istituzionale con chi si dichiara fascista, non è vero che il vicesindaco l’ha fatto». Le sue intenzioni, per Steger, non sono state capite: «È chiaro che si deve discutere con tutti e 45 i consiglieri, ma da qui a pensare a una collaborazione, del tutto inimmaginabile, è ben diverso».
La destra tedesca, nel frattempo, punzecchia l’Svp. «Mi chiedo se dietro a questa apertura ci sia una strategia dell’intera Svp provinciale», si chiede il consigliere Andreas Pöder (Bürger Union). «Il fascismo non comincia con Casapound», commenta invece Cristian Kollmann (Süd-Tiroler Freiheit). A suo dire, alle spalle c’è una sorta di ipocrisia collettiva: «È facile definirsi antifascisti — scrive rivolgendosi apertamente a Svp e Verdi — mentre poi si utilizza quotidianamente simboli fascisti come la definizione “Alto Adige”».
La difesa di Steger È un fraintendimento, non c’è alcuna volontà di avviare eventuali partnership istituzionali