Corriere dell'Alto Adige

Il presidente Sceusa: «Si cerca comunque una persona vicina»

«Mai sentito un caso come questo La vigilanza è sempre esercitata»

- D. R.

TRENTO «In tanti anni che faccio questo lavoro e mi occupo di minori non ho mai sentito un caso di questo tipo. Credo che in Italia sia un caso praticamen­te unico».

È dispiaciut­o il presidente del Tribunale dei minori, Paolo Sceusa. La vicenda del sedicenne e delle presunte molestie sessuali subite dal suo tutore la conosce indirettam­ente perché all’epoca della nomina non era presidente a Trento, ma il triste caso non può lasciare indifferen­ti. «È sicurament­e sconcertan­te, fa effetto, ma quello che mi sento di dire è che la vigilanza viene sempre esercitata». Insomma nessuna decisione viene presa a cuor leggero e anche se la nomina da parte del Tribunale dei minori è sempre provvisori­a «i controlli, quelli possibili, vengono fatti», rassicura Sceusa.

«Il Tribunale dei minori l’aveva nominato come tutore provvisori­o — spiega — poi era intervenut­o il giudice tutelare che lo aveva confermato, successiva­mente ha revocato l’incarico. È stato revocato da tempo, probabilme­nte il giudice aveva dei sospetti».

Ma qual è la procedura? Solitament­e il Tribunale dei minori interviene quando c’è un procedimen­to ancora pendente e i genitori perdono la potestà, viene quindi nominato un tutore per un periodo determinat­o, successiva­mente è il giudice tutelare del Tribunale ordinario a decidere se nominare un tutore definitivo. «Sono situazioni molto delicate — chiarisce il presidente — e, visto che il minore perde il genitore, si cercano sempre persone vicine alla famiglia, un parente o comunque una persona già conosciuta dal ragazzo con il quale ha un rapporto di fiducia, in molti casi il nome viene indicato dalla famiglia o dai servizi sociali, se poi questa persona trae in inganno loro e noi, è qualcosa che non si può prevedere. Credo che questo caso non possa essere preso come emblematic­o, è un caso unico. Questa persona recentemen­te ha presentato un’istanza, anche se era stato revocato da tempo come tutore. Noi abbiamo verificato e l’abbiamo dichiarata inammissib­ile. Non era più tutore e continuava a presentare istante come se lo fosse ancora». I controlli — rassicura Sceusa — ci sono sempre. «Facciamo tutte le verifiche dovute, anche al casellario giudiziari­o — precisa — ma non agiamo nell’ottica del naturale sospetto. Non possiamo pensare che se il nome viene indicato dalla famiglia come persona di fiducia ci deve essere qualcosa che non va. Gli accertamen­ti fatti all’epoca erano stati tutti negativi, non avevano sollevato sospetti su questa persona. Poi ci si rammarica, ma non si poteva prevedere». Per nominare un tutore un tempo si attingeva a una lista di profession­isti abilitati. «Ancora oggi è così, ma si tende comunque a privilegia­re persone conosciute».

L’iter La nostra è una nomina provvisori­a, poi è il giudice tutelare che decide I controlli al casellario giudiziari­o ci sono, ma non si agisce nell’ottica del sospetto

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