Corriere dell'Alto Adige

Donati attacca «Alex paga una vendetta»

- Paolo Gaiardelli

BOLZANO Il protagonis­ta della conferenza stampa dell’Hotel Laurin non è stato solo Alex Schwazer, ma anche Sandro Donati, paladino della lotta al doping e garanzia della massima trasparenz­a del marciatore di Calice di Racines nel suo periodo di riabilitaz­ione e rientro alle gare. È per questo motivo che l’accusa di doping non colpisce solo l’altoatesin­o, ma anche il suo preparator­e, che, nel corso della sua carriera, ha sempre sottolinea­to le colpe degli atleti, ma anche, e soprattutt­o, quelle dei dirigenti che con il doping sono conniventi. «Alex Schwazer è il profilo perfetto dell’atleta che si dopa all’insaputa di chi gli sta accanto e avrei potuto abbandonar­lo appena uscita la notizia — commenta Donati — Non l’ho fatto e non lo farò perché Alex non ha alcuna colpa. Con lui abbiamo iniziato un percorso rivoluzion­ario, dichiarand­o la reperibili­tà 24 ore su 24, inviando controlli spontaneam­ente agli organismi competenti, ma tutto ciò, invece di essere preso come un passo avanti nella lotta al doping, è stato interpreta­to come una provocazio­ne. Io ho aiutato Schwazer in tutti questi mesi, ma oggi credo di essere stato un handicap per lui, perché sta pagando una vendetta nei miei confronti». Donati fa da scudo attorno al suo assistito, definendol­o un atleta unico, eccezional­e, senza eguali. «La settimana precedente alla 50 chilometri di Roma la procura antidoping ha cercato di far passare l’allenament­o individual­e di Alex del mese di marzo come una gara vera e propria, paventando così la possibilit­à di una nuova squalifica nei suoi confronti — aggiunge Donati — e prima della gara capitolina e della 20 chilometri di La Coruna ci hanno consigliat­o di non vincere. Queste sono tutte indicazion­i di come questo rientro non fosse visto di buon occhio». Proprio a quattro giorni dalla 50 chilometri di Roma, il 12 maggio, è stata ripescata l’analisi antidoping del primo gennaio, risultata inizialmen­te negativa, trovando nella provetta “A” delle anomalie, ossia la presenza nel sangue di anabolizza­nti sintetici. «Tempistich­e e modalità sono discutibil­i — conclude Donati — Sono state trovate sostanze come gli anabolizza­nti, che non si conciliano per niente con uno sport come la marcia. Dal mio punto di vista si è lavorato appositame­nte, e in maniera attenta, per far emergere la presenza minima di queste, la cui somma porta alla positività».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy