Donati attacca «Alex paga una vendetta»
BOLZANO Il protagonista della conferenza stampa dell’Hotel Laurin non è stato solo Alex Schwazer, ma anche Sandro Donati, paladino della lotta al doping e garanzia della massima trasparenza del marciatore di Calice di Racines nel suo periodo di riabilitazione e rientro alle gare. È per questo motivo che l’accusa di doping non colpisce solo l’altoatesino, ma anche il suo preparatore, che, nel corso della sua carriera, ha sempre sottolineato le colpe degli atleti, ma anche, e soprattutto, quelle dei dirigenti che con il doping sono conniventi. «Alex Schwazer è il profilo perfetto dell’atleta che si dopa all’insaputa di chi gli sta accanto e avrei potuto abbandonarlo appena uscita la notizia — commenta Donati — Non l’ho fatto e non lo farò perché Alex non ha alcuna colpa. Con lui abbiamo iniziato un percorso rivoluzionario, dichiarando la reperibilità 24 ore su 24, inviando controlli spontaneamente agli organismi competenti, ma tutto ciò, invece di essere preso come un passo avanti nella lotta al doping, è stato interpretato come una provocazione. Io ho aiutato Schwazer in tutti questi mesi, ma oggi credo di essere stato un handicap per lui, perché sta pagando una vendetta nei miei confronti». Donati fa da scudo attorno al suo assistito, definendolo un atleta unico, eccezionale, senza eguali. «La settimana precedente alla 50 chilometri di Roma la procura antidoping ha cercato di far passare l’allenamento individuale di Alex del mese di marzo come una gara vera e propria, paventando così la possibilità di una nuova squalifica nei suoi confronti — aggiunge Donati — e prima della gara capitolina e della 20 chilometri di La Coruna ci hanno consigliato di non vincere. Queste sono tutte indicazioni di come questo rientro non fosse visto di buon occhio». Proprio a quattro giorni dalla 50 chilometri di Roma, il 12 maggio, è stata ripescata l’analisi antidoping del primo gennaio, risultata inizialmente negativa, trovando nella provetta “A” delle anomalie, ossia la presenza nel sangue di anabolizzanti sintetici. «Tempistiche e modalità sono discutibili — conclude Donati — Sono state trovate sostanze come gli anabolizzanti, che non si conciliano per niente con uno sport come la marcia. Dal mio punto di vista si è lavorato appositamente, e in maniera attenta, per far emergere la presenza minima di queste, la cui somma porta alla positività».