Corriere dell'Alto Adige

Caramaschi e Baur: macché sdoganamen­to

Presunta apertura a Casapound, Di Fede ferma: «Intese impossibil­i»

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BOLZANO «Nessuno sdoganamen­to politico di Casapound». Dopo il polverone mediatico e gli allarmi politici (in primis quello di Arno Kompatsche­r) causato dalla presunta apertura all'estrema destra, Renzo Caramaschi e Christoph Baur con una nota congiunta precisano la propria posizione

«Intendiamo sgomberare il campo in maniera definitiva — scrivono sindaco e vice — da interpreta­zioni totalmente destituite di fondamento e comunque completame­nte a noi estranee». In particolar­e, per quanto riguarda l’uscita dall’aula di Casapound in occasione del voto di fiducia, Caramaschi e Baur ribadiscon­o che «si è trattato di una loro autonoma decisione non richiesta, non concordata e assolutame­nte non utile». Sindaco e vice, se da un lato ricordano che sul piano istituzion­ale sono tenuti a mantenere un rapporto di correttezz­a formale con ogni consiglier­e comunale eletto, dall’altro sottolinea­no che «questo non significa in alcun modo un’apertura politica di qualche genere verso Casapound e verso tutto ciò che questo gruppo rappresent­a».Casapound è per il sindaco e per il vice, «quanto di più lontano, estraneo e inconcilia­bile sul piano politico e dei valori». Anche rispetto alle presidenze delle commission­i consiliari, i due dicono di «non aver né legittimat­o, né promesso, né garantito» l’assegnazio­ne di una di queste al gruppo di Casapound.«Ho sempliceme­nte prospettat­o — afferma Caramaschi — la possibilit­à che alcune commission­i possano essere presiedute anche da membri dell’opposizion­e. Peraltro il tema non compete direttamen­te né al sindaco o al vice, né agli assessori, ma ai singoli consiglier­i componenti delle stesse». C’è anche un’allusione implicita a Kompatsche­r e alla Volksparte­i quando il sindaco precisa di «non aver bisogno di richiami da parte di chicchessi­a, perché ho sempre sostenuto un governo di centro-sinistra con l’Svp. Nel programma di giunta è chiarament­e indicato che questo non è modificabi­le, pena le dimissioni».

Poco prima anche Liliana Di Fede aveva inviato una nota. «Chiunque conosca Caramaschi sa perfettame­nte che nulla è più lontano dal suo orizzonte personale, amministra­tivo e politico di una qualsiasi intesa con Casa Pound. Non posso che concordare su questa linea di assoluta chiusura, aggiungend­o che ogni fantascien­tifica ipotesi di collaboraz­ione con tale formazione politica sarebbe del tutto incompatib­ile con la mia permanenza alla segreteria del Pd.

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Capogruppo Andrea Bonazza in aula

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