Corriere dell'Alto Adige

PIAZZA ERBE, IL COPRIFUOCO E UN PIZZICO DI BUON SENSO

- Anna Decarli,

Ci risiamo: piazza Erbe ritorna sotto i riflettori per il problema degli schiamazzi notturni. Era abbastanza prevedibil­e: con la bella stagione la gente rimane fuori dai locali, così i residenti possono dire addio ai sonni tranquilli. Ora addirittur­a si parla di «coprifuoco». Certo che se da un lato la città deve vivere, dall’altro chi ha la sfortuna (o la fortuna, a seconda dei punti di vista) di abitare nel cuore del centro storico ha il diritto di riposare senza subire le grida degli avventori. Problema antico, insomma, ma una soluzione appare difficile da trovare. Ho letto che gli esercenti garantiran­no maggiori controlli assumendo pure dei vigilantes, il che lascia ben sperare. Magari — ma forse l’impresa è disperata — si potrebbe anche chiedere ai clienti dei vari locali di abbassare il tono della voce e di pensare un attimo che stazionano sotto le finestre di persone che non vogliono partecipar­e al divertimen­to. Oppure si trovi una soluzione concordata con gli esercenti per chiudere tutti i locali a un orario che non li penalizzi troppo ma che dia la possibilit­à ai residenti di respirare. Mi pare che, come in tutti i problemi, occorra usare un pizzico di buon senso, anteponend­o la salute (perché di salute si tratta) dei più agli interessi economici di pochi. Gentile signora Decarli, redo che la questione riguardi anche la salute dei protagonis­ti della movida nostrana e non solo quella degli abitanti della zona di piazza Erbe. Gli eccessi alcolici e le troppe notti in bianco, infatti, dovrebbero far male pure a loro.

Il ciclico ripresenta­rsi di tale problemati­ca significa comunque che un problema esiste ed è grande come una casa. Ora pare sia stata raggiunta un’intesa a cui il Comune, con il fresco assessore Gennaccaro, ha dato il proprio assenso. Vediamo se funzionerà, anzi auguriamoc­elo. Altrimenti si dovrà inevitabil­mente passare a soluzioni drastiche. In fin dei conti ci dovrebbe pur essere una via di mezzo tra coprifuoco e caos continuo.

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