«Brexit, export dello spumante a rischio»
Vino, l’allarme di Coldiretti. Dorfmann: «Preoccupazioni precoci»
Il giorno tanto atteso (e temuto) è arrivato. Oggi i cittadini della Gran Bretagna sceglieranno se rimanere oppure no entro i confini europei. L’Italia, alla finestra, attende lo spoglio e pensa già ai contraccolpi economici, specie sull’export. Per l’Alto Adige la preoccupazione è meno marcata: sebbene vino e mele siano ben commerciate al di là della Manica, l’ipotesi «leave» non preoccupa l’europarlamentare Herbert Dorfmann.
La Gran Bretagna è diventato nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco delle spumante italiano con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 38% nel primo trimestre consentendo il sorpasso sugli Stati Uniti. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della Brexit che, in seguito alla svalutazione della sterlina, potrebbe sconvolgere i rapporti commerciali. «La Gran Bretagna — sottolinea la Coldiretti — è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore annuale di ben 3,2 miliardi delle importazioni dall’Italia ed una tendenza progressiva all’aumento». Al contrario dalla Gran Bretagna, prosegue Coldiretti, «arrivano in Italia prodotti agroalimentari per appena 701,9 milioni di euro».
E in Alto Adige? Lo spumante pregiato è a rischio? Il primo spumante altoatesino fu presentato alla Mostra dei vini di Bolzano nel 1911. Oggi, a un secolo di distanza, dalle cantine dell’Alto Adige ne escono circa 200.000 bottiglie l’anno. «Intanto aspettiamo l’esito del referendum — dice Dorfmann — io sono fiducioso: le preoccupazioni preventive forse sono precoci. Ciò detto, è chiaro che il settore viticolo e quello delle mele hanno un mercato britannico forte».
In ogni modo, per Dorfmann, gli inglesi sapranno fare le giuste valutazioni: «Non penso che la Gran Bretagna abbia intenzione di uscire dal mercato unico europeo — dice — Oggi vende 130 miliardi di euro l’anno di merci e non credo intenda rinunciare a un simile patrimonio».
Tra le regioni italiane, in base a uno studio di Nomisma, la più esposta al commercio con il Regno Unito è la Basilicata, che destina Oltremanica quasi il 15% dell’export. Per il Trentino Alto Adige la soglia è meno preoccupante: arriviamo infatti al 5,3% del valore complessivo delle esportazioni.